Nell’Eurogruppo dei 19 ministri finanziari della zona euro si è iniziato a trattare un compromesso per evitare di dover arrivare in luglio a decidere una traumatica procedura d’infrazione contro l’Italia per deficit eccessivo a causa dell’alto debito. Nella riunione a Lussemburgo, come sempre riservata ed estesasi nella notte per i contrasti sul bilancio comunitario, l’orientamento maggioritario trapelato risultava di apertura al dialogo con il governo di Roma, purché fossero garantiti obiettivi di risanamento finanziario credibili.
Il presidente portoghese dell’Eurogruppo, Mario Centeno, ha assunto un ruolo di mediazione, che già aveva attuato efficacemente l’anno scorso, quando il premier Giuseppe Conte e il ministro dell’Economia Giovanni Tria riuscirono a concordare un compromesso sul progetto del bilancio 2019 nel livello tecnico della Commissione europea con il vicepresidente lettone Valdis Dombrovskis e il commissario francese Pierre Moscovici. Ministri di Paesi del Nord hanno fatto pressioni per ottenere impegni di bilancio stringenti. Il ministro dell’Economia Giovanni Tria ha rassicurato sugli obiettivi. Un po’ tutti sono risultati consapevoli dei limiti di una trattativa solo all’inizio e con spazi per concluderla entro il prossimo Eurogruppo/Ecofin dell’8 e 9 luglio a Bruxelles.
Centeno ha anticipato che nel negoziato «è importante chiarire tutte le decisioni politiche di cui c’è bisogno affinché l’Italia rispetti i parametri» previsti dal Patto di stabilità e crescita dell’Ue. Ha poi sottolineato l’importanza di «rispettare gli impegni perché questo dà la credibilità». Tria ha detto che entro il 9 luglio «succederà che cercheremo un accordo» con gli altri ministri e con la Commissione europea. A Lussemburgo ha incontrato a margine dei lavori Dombrovskis, che era invitato (insieme a Moscovici e al presidente della Bce Mario Draghi) e ha reso noto di ritenere necessari «interventi aggiuntivi» di correzione del bilancio. «Non abbiamo bisogno di misure correttive, sennò le faremmo, ma già sappiamo che arriveremo naturalmente a quei livelli di deficit», ha replicato Tria, aggiungendo che «stiamo facendo un negoziato, dimostreremo che raggiungeremo quegli obiettivi che ci mettono in posizione di sicurezza». Un altro colloquio bilaterale è previsto oggi con Moscovici, che ha ribadito di avere «la porta aperta» per il dialogo con l’Italia e di aspettarsi «dati e misure nuove».
Il ministro delle Finanze francese Bruno Le Maire ha esortato Roma «a raccogliere le mani tese della Commissione, prendendo le misure appropriate». Germania, Spagna e Portogallo appaiono i Paesi più aperti verso il compromesso nel livello decisionale dei governi. Il ministro delle Finanze tedesco, il socialdemocratico, Olaf Scholz, ha ribadito che «ci vuole una soluzione» rispettando «le regole di bilancio». Il ministro dell’Economia di Madrid, la socialista Nadia Calvino, ha esortato al «dialogo costruttivo» in modo da «incanalare questo processo nella direzione più positiva possibile, evitando qualsiasi scenario di turbolenza sui mercati». Tria ha rassicurato anche sulla sintonia con i vicepremier Matteo Salvini della Lega e Luigi di Maio del M5S, definendo «chiaramente falsa» la notizia «che abbia litigato» con Salvini per la flat tax.