Dopo i jeans Levi’s ora tocca alle auto Fiat? Nel giorno — ieri — in cui sono entrati in vigore i dazi Ue su alcuni prodotti del classico «made in Usa», il presidente statunitense Donald Trump ha minacciato una contro-risposta alle contro-tariffe. La mossa Ue era infatti già una replica ai prelievi Usa su alluminio e acciaio europei. E adesso Washington rilancia sul rilancio, colpendo l’export di auto del Vecchio Continente. Se questa non è una guerra commerciale…
«A lungo l’Unione Europea — sono le parole di Trump — ha imposto dazi e barriere commerciali sugli Stati Uniti, le loro grandi aziende e i loro lavoratori. Se questi dazi e queste barriere commerciali dell’Unione Europea non saranno presto rimossi, metteremo dazi del 20% su tutte le loro auto in arrivo negli Stati Uniti. Costruitele qui!». Bruxelles resta sulla linea già espressa dalla commissaria per il commercio Cecilia Malmström, che tre giorni fa aveva definito le contromisure Ue una «risposta misurata, proporzionata e in linea con le regole del Wto (l’Organizzazione mondiale del commercio, ndr)». L’Ue ha sempre ribadito di essere contraria ad una escalation. La prossima mossa di questo confronto globale, in cui gioca un ruolo notevole anche la Cina, potrebbe arrivare dalla Russia: Mosca «sta valutando» un aumento dei dazi all’importazione sulle auto come misura di ritorsione per gli Stati Uniti, ha detto il ministro dello Sviluppo economico Maxim Oreshkin, citato dalla Tass.
La minaccia di Trump — affidata a un tweet — ha pesato non solo sulla politica ma anche sulle Borse, dove ne hanno risentito appunto i titoli europei del settore auto. A Piazza Affari Ferrari ha perso l’1,19% e Fca il 2,42%. La reazione è arrivata anche se le case americane, il cui export nella Ue è soggetto a una tariffa del 10% (comunque la metà dell’aliquota minacciata dagli Usa), in realtà producono gran parte delle auto destinate agli europei già nel Vecchio Continente.
I contro-dazi applicati dalla Ue alle importazioni di prodotti statunitensi— entrati in vigore ieri — valgono 2,8 miliardi e colpiscono jeans, bourbon, scarpe da ginnastica, cereali, burro d’arachidi e moto, con marchi da Nike a Harley Davidson. Sulle tariffe il presidente americano Donald «Trump ha fatto una scelta, a mio giudizio, poco saggia e sbagliata», ha commentato a Radio Anch’io il presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani. «Il nemico commerciale degli Stati Uniti non è l’Europa, il nemico commerciale degli Stati Uniti si chiama Cina», ha aggiunto.