Contrordine. Guai a chiudere le frontiere, a bloccare i transiti, a fermare i turisti, a mettere in quarantena e serrare i controlli. Passano tre giorni e la strategia politica e comunicativa di Matteo Salvini e della sua “Bestia” vira di 180 gradi. Il capo del partito in testa nei sondaggi punta dritto alla spallata a Palazzo Chigi, facendo leva sulla crisi economica però, non sull’emergenza sanitaria. Adesso è il momento di cavalcare la disperazione degli imprenditori costretti alla chiusura al Nord, di quelli che esportano e dei tour operator in ginocchio con punte del 90 per cento di disdette. Ma soprattutto, il segretario leghista spera in Matteo Renzi, per disarcionare Giuseppe Conte entro la primavera e dar vita a quello che viene già battezzato come «governo del virus».
Sabato pomeriggio l’emergenza era appena esplosa e Salvini dalla Cittadella dei carri di Viareggio invocava il ricorso alla serratura. «Controllare i transiti e chiudere i confini non è razzismo o fascioleghismo, ma solo buonsenso», si agitava dopo un giro tra i carri di cartapesta. «Per evitare danni ulteriori controlliamo e chiudiamo: la quarantena, i controlli obbligatori sono tutela della salute pubblica». Nell’arco di 72 ore l’economia della roccaforte leghista al Nord è in ginocchio, l’uomo di Via Bellerio intravede lo spiraglio della campagna populista sull’onda della crisi. Economica, appunto. Per farlo, bisogna invertire il messaggio, minimizzare l’emergenza sanitaria.
Cambio di scenario. Annullata l’intera campagna per le regionali almeno fino a domenica, ecco il segretario – “costretto” in Parlamento parlare stavolta dalla Camera, poco prima di raggiungere il Quirinale per il colloquio con Mattarella. Invoca la riapertura degli stadi, ma soprattutto chiede di far ripartire l’economia: «riaprire le fabbriche», far circolare di nuovo i turisti, invogliarli a venire in Italia. Altro che chiudere i confini (come invece chiede in queste ore la sua amica Marine Le Pen dall’altra parte delle Alpi). Alle 14 il leghista si riprende nel consueto video Fb mentre si aggira per l’aeroporto di Fiumicino impavido e senza mascherina, a differenza degli altri viaggiatori. Perfino l’uscita video di mercoledì sera del governatore lombardo Attilio Fontana, con tanto di mascherina invece, sembra non sia stata un granché apprezzata dal leader. Il nuovo messaggio che deve passare è un altro. Un po’ quello che sintetizza l’altro astuto presidente, il veneto Luca Zaia: «Vedo il sole dopo la giornata di pioggia».
Se emergenza c’è, insomma, è economica, ripete ora l’ex vicepremier. E di quella va a parlare al capo dello Stato nei venti minuti scarsi di colloquio concesso su sua richiesta. Lassù non parlerà di altri governi. Il rischio recessione è il nuovo tormentone, lo cavalcherà senza sosta nelle prossime settimane di campagna per le regionali, quando potrà tornare nelle piazze e intanto sui social. Salvini è convinto – lo dice ai suoi prima di rientrare dai figli a Milano che se l’emergenza prosegue «Conte non reggerà a lungo». Gli dà un mese o poco più di tempo. E allora scommette sulla sponda di Renzi, per far saltare la poltrona di Chigi. Il voto segreto chiesto ieri sera dalla Lega sul decreto intercettazioni fungeva proprio da prima occasione per lo strappo. O magari per dare un segnale. Ma è fallita. Il fondatore di Italia viva può avere interesse al governissimo («Avanti fino al 2023», dice Maria Elena Boschi), ma non certo ad andare presto al voto.
«Occorre qualcuno di credibile, che accompagni il Paese al voto perché con Conte l’Italia affonda», è la priorità indicata invece dall’ex ministro dell’Interno alla Camera. «Noi siamo disponibili a remare sulla scialuppa di salvataggio verso il voto», purché a breve, «entro otto mesi», al più. Questo il timing. Renzi? «È al governo, può mandare a casa Conte». Lui lo strano alleato. Anche se a sentire i leghisti di prima fila è a un sostegno esterno che il loro capo starebbe pensando. In ogni caso, una soluzione già bocciata da Giorgia Meloni, contraria a qualsiasi ipotesi di governo elettorale. Il «governo del virus», per ora, può attendere.