È il primo esempio al mondo di riconversione di una raffineria convenzionale in bioraffineria, in grado di trasformare materie prime di origine biologica in biocarburanti di alta qualità. L’impianto produce green diesel, green nafta, GPL e potenzialmente anche jet fuel. Cuore tecnologico del progetto è Ecofining™, sistema sviluppato nei laboratori Eni in collaborazione con HoneywellUOP e poi applicato alla sezione catalitica di idrodesolforazione della Raffineria di Venezia.
«Convertire una Raffineria in bioraffineria vuol dire operare un serie di modifiche ai suoi impianti in modo da renderli in grado di trasformare non più greggio in prodotti convenzionali, ma materia rinnovabile in biocombustibili. Venezia, nel 2014, è stato il primo esempio al mondo – spiega il Direttore della Bioraffineria Eni Antonio De Roma – a breve sarà pronta ad avviare gli impianti anche la Bioraffineria di Gela, dove è già in marcia un impianto pilota che trasforma la frazione organica dei rifiuti in bio olio».
Il successo del progetto di conversione dell’assetto produttivo è il frutto dell’impegno di Eni per l’innovazione attraverso lo sviluppo e l’implementazione di tecnologie distintive compatibili con l’ambiente, che assicurano un’attività industriale economicamente sostenibile nel lungo termine, con una forte riduzione delle emissioni dell’impianto ed esempio concreto di economia circolare, che utilizza materie prime di scarto e le trasforma in nuova energia.
«Nella Bioraffineria Eni di Venezia – continua De Roma– utilizziamo una quota del 20% circa di oli alimentari usati e di frittura, grassi animali e li trasformiamo in biocarburante che, addizionato al nostro Eni Diesel+ al 15%, genera un gasolio che riduce le emissioni inquinanti e sensibilmente anche i consumi, come hanno dimostrato i test effettuati dall’Istituto Motori del CNR nel corso delle sperimentazioni effettuate sui mezzi pubblici di Torino e Venezia.
Il nuovo assetto degli impianti ha anche generato un vantaggio in termini di sostenibilità ambientale: dimezzato il prelievo idrico, drasticamente ridotti i principali inquinanti, come l’SO2».
Dal 2014 qui si possono approvvigionare circa 360.000 tonnellate di oli vegetali all’anno, dei quali circa il 20 per cento è olio alimentare di scarto (il resto è vegetale raffinato e certificato anche per la sostenibilità). Da giugno 2018 è entrato in marcia un impianto di purificazione che ha consentito di importare oli vegetali grezzi anziché pre-trattati e di incrementare sensibilmente la quota di oli alimentari e vegetali esausti e dei grassi animali. Dal 2021, grazie a un ulteriore upgrading dell’impianto, è previsto il potenziamento della capacità di lavorazione della bioraffineria di Venezia fino a 560.000 tonnellate di oli, con una sempre maggiore quota di materie prime che derivano da scarti della produzione alimentare – oli usati, grassi animali e sottoprodotti legati alla lavorazione dell’olio di palma – con una produzione complessiva di green-diesel che arriverà a circa 420.000 ton/anno.