La crisi pandemica che abbiamo vissuto e che stiamo ancora vivendo, tra le tante sfide, ha posto anche quella di ripensare il rapporto del pubblico con la scienza. Da un lato, abbiamo tutti sentito il bisogno di informarci in ambito scientifico, non necessariamente soltanto medico, per comprendere al meglio la situazione; dall’altro, abbiamo visto l’esplosione di già viste derive antiscientifiche (antivaccinisti, “negazionisti” della pandemia ecc.) non più spiegabile soltanto con il clima di sfiducia verso le autorità e gli uomini di scienza e le semplici bizzarrie che si possono trovare in rete. Una realtà che ha messo in evidenza l’importanza della divulgazione scientifica, di far conoscere nella maniera migliore, nella maniera corretta, le conquiste e le lezioni della scienza.
Trova ulteriore rilievo il Premio Galileo, promosso da Comune e Università degli Studi di Padova, che da ormai 15 anni rappresenta un importante riconoscimento alle opere letterarie che contribuiscono alla divulgazione scientifica. La Giuria del Premio, presieduta dall’ex Ministro dell’Istruzione e, dal 12 aprile, Presidente del Cnr Maria Chiara Carrozza, ha riunito 10 tra giornalisti scientifici e ricercatori di fama internazionale e ha reso nota lo scorso 19 gennaio la cinquina di opere finaliste.
A contendersi il Premio saranno: Antonio Casilli, sociologo, con “Schiavi del click. Perché lavoriamo tutti per il nuovo capitalismo?” (Feltrinelli), un’attenta analisi sulla “nuova coscienza di classe” necessaria ai lavoratori dell’età digitale; Pier Paolo Di Fiore, oncologo e ricercatore AIRC, con “Il prezzo dell’immortalità. Cosa sappiamo del cancro e come possiamo sconfiggerlo” (Il Saggiatore), un approccio innovativo sulla sfida più importante della medicina moderna; Barbara Mazzolai, direttrice del Centro di Micro-BioRobotica all’Istituto Italiano di Tecnologia, con “La natura geniale. Come e perché le piante cambieranno (e salveranno) il pianeta” (Longanesi), un libro che nasce dall’esperienza della donna coordinatrice del progetto che ha dato vita al primo robot-pianta al mondo; Alberto Piazza, Genetista, con “Genetica e destino. Riflessioni su identità, memoria ed evoluzione” (Codice Edizioni), sul complesso legame tra i nostri geni e aspetti apparentemente appartenenti ad altre sfere; Chiara Valerio, matematica, con “La matematica è politica” (Einaudi), che getta uno sguardo sulla matematica come vero e proprio “esercizio di democrazia”.
In preparazione alla Settimana della Scienza e dell’Innovazione, che si terrà a ottobre (settimana 11-17) anziché a maggio e di cui il Premio Galileo costituisce l’evento di punta, si è svolto un tour degli autori finalisti del Premio dal 7 aprile al 6 maggio, attraverso eventi online, le cui registrazioni sono disponibili al sito internet www.galileofestival.it, dove i protagonisti hanno dialogato e offerto interviste sulle opere in corsa. La cerimonia di proclamazione del vincitore si terrà nello specifico il 17 ottobre, mentre il giorno prima i cinque finalisti presenteranno le proprie opere al pubblico.
Un’interessante sfida, nella quale l’eterogeneità e l’attualità dei temi proposti da un lato ci dimostrano come il mondo della scienza e della divulgazione scientifica sia estremamente vasto e sfaccettato, mentre dall’altro ci ricordano che si tratta di un mondo molto più vicino a tanti ambiti nella nostra vita quotidiana rispetto a quanto siamo soliti pensare.
La direzione della Settimana della Scienza e dell’Innovazione 2021 è affidata a Giovanni Caprara, giornalista, storico della scienza ed editorialista scientifico del Corriere della Sera.