Nell’Europa della pandemia arretrano le destre. Dalla Germania all’Olanda, dall’Austria alla Finlandia, passando dall’Italia di un Matteo Salvini in affanno: i partiti populisti e nazionalisti segnano il passo. Flessioni più o meno marcate, all’interno di un calo generale. A rivelarlo è un’indagine pubblicata da Europe Elects, società di ricerca indipendente che ha messo in fila le variazioni percentuali, dal primo gennaio, delle formazioni politiche di dieci Paesi dell’Ue aderenti al gruppo Identità e Democrazia. Il crollo più evidente è quello degli ultraconservatori tedeschi di Alternative fur Deutschland (Afd), che vantano 11 deputati al parlamento europeo e che hanno perso 4,5 punti. Vanno giù del 3 per cento gli austriaci dell’Fpo (il partito che fu del governatore della Cariniza Haider) e i finlandesi di Ps, da sempre su posizioni nazionaliste ed euroscettiche. Gli olandesi del Pvv, sostenitori di un’aspra linea anti migranti, cedono l’l,7 per cento. E poi c’è la discesa della Lega, che nell’inverno dell’emergenza Covid ha perso 2,8 punti percentuali.
L’indagine non tiene conto di alcuni grandi Paesi come la Francia ma offre una tendenza chiara. È come se il virus avesse corroso le forze estremiste o xenofobe. «Un dato — spiega Ilvo Diamanti, politologo e fondatore di Demos & Pi — che ha una spiegazione semplice: siamo davanti a forze di opposizione radicale. E in tempi come questi, in Italia e nel resto d’Europa, c’è un forte sentimento di solidarietà nazionale che si traduce nel sostegno a chi governa. Basti pensare a Conte, proveniente da un passaggio non certo semplice come un netto cambio di maggioranza: credo che un gradimento del 70 per cento, qualche mese fa, il premier italiano se lo sognasse. Di contro, un leader populista come Salvini, a capo di un partito che lui ha voluto nazionale, oggi si aggrappa alla Lombardia, al suo dramma, per non perdere visibilità. Insidiato, a livello di popolarità, da un presidente della Regione in prima linea come Zaia».
È la rivincita di uomini (e donne) di governo che sembravano in difficoltà. Basti pensare al caso tedesco. Fabio Turato, docente di relazioni internazionali a Urbino, ha da poco pubblicato un libro sull’Afp, partito a destra della Cdu che in questo 2020 sta conoscendo una crisi per molti versi inattesa: «La Merkel era in calo di consensi — dice — e con una successione nel partito alle porte: ora è al 40 per cento. Ciò per effetto di una risposta sanitaria efficace all’emergenza coronavirus figlia anche della politica conservatrice del ministro alla Salute Jens Spahn, che ha sottratto consensi proprio alla destra di Afp. Anche se dalle nostre parti può sembrare strano, Angela Merkel è vista da una buona parte dell’elettorato tedesco come esponente di una linea troppo morbida. Alcune mosse del suo governo, quale la chiusura per tempo dei confini, hanno invece tolto argomenti ai nazionalisti di Afp, molto radicati nella parte orientale del Paese».
Ma è anche, sotto un altro punto di vista, la rivincita dell’Europa, istituzione non esattamente amata dalle destre che nel sondaggio accusano il colpo. Filippo Sensi, deputato del Pd ed esperto di comunicazione (è stato portavoce di Renzi e Gentiloni), punta anche su quest’aspetto: «C’è stata qualche difficoltà iniziale: le notizie degli aiuti che arrivavano dalla Cina e non da Bruxelles, ad esempio, avevano creato un appannamento dell’immagine dell’Unione. Ma oggi anche gli euroscettici sono lì a chiedere sostegno economico, in un modo o nell’altro, all’Ue. Non è passata, nell’immaginario collettivo, l’idea che l’Europa sia nemica. E il “prima gli italiani” di Salvini sta mostrando il suo tragico aspetto propagandistico. Anche perché in un momento in cui la gente è alle prese con problemi reali, la salute o il posto di lavoro, il leader della Lega non può più cavalcare temi a lui cari come la paura dell’immigrazione ».
Un politico di centrodestra che conosce bene l’Europa è Antonio Tajani, vicepresidente di Forza Italia che ha guidato il Parlamento di Bruxelles: «Questi numeri — afferma — dicono che la scelta sovranista è cosa ben diversa dal patriottismo e finisce per fare danni a tutti. Io credo che l’emergenza coronavirus abbia spento tanti nazionalismi. Ora tocca all’Europa, però, mostrarsi all’altezza del suo compito. A partire dalle decisioni che saranno prese di qui a breve sul sostegno ai Paesi colpiti dalla pandemia».
Fuori sede “Mattinata di lavoro in Regione Lombardia”, è il post con tanto di foto in posa pubblicato da Matteo Salvini sui social. L’ironia degli utenti: “Ma che lavoro fai?”