La bassa crescita nel 2020 nei tre grandi Paesi dell’Unione europea — Germania, Francia e Italia — è emersa come l’elemento di maggiore preoccupazione nelle Previsioni economiche diffuse dalla Commissione europea, incentrate sul Pil (Prodotto interno lordo). L’effetto nell’Ue a 27 è una ripresa stimata quest’anno a +1,4% e nella zona euro a +1,2%, condizionata da arretramenti della produzione industriale e dell’export conseguenti anche agli «scioperi in Francia» e ai «problemi» del settore auto in Germania. Questi due Paesi, considerati le locomotive dell’economia europea, risultano in fondo alla classifica della crescita (entrambi con + 1,1% nel 2020) davanti solo all’Italia, prevista ancora nella solita condizione di «maglia nera» (con +0,3%). La Ue evoca il rischio di ulteriori effetti negativi per l’economia in caso di diffusione del coronavirus.
II commissario per gli Affari economici Paolo Gentiloni ha rimarcato le preoccupazioni per la bassa crescita e ha indicato «politiche di bilancio più espansive» come possibile soluzione per i 27 Stati membri. In particolare chi più ha, più dovrebbe investire per trainare anche il resto dell’Ue. «Paesi che hanno spazio fiscale e un livello di debito pubblico molto basso, come la Germania — ha detto Gentiloni —, sono chiamati a investire in politiche più espansive perché l’Europa continua a crescere a un ritmo troppo basso, occorre accelerare».
Per l’Italia appaiono poco significative le variazioni delle previsioni (+0,3% quest’anno e + 0,2 nel 2019) rispetto a quelle precedenti (0,4% e 0,1%). Il ministero dell’Economia ha comunque rinviato alle sue stime più «equilibrate» in aprile. Per Bruxelles, il Reddito di cittadinanza dovrebbe apportare tra 0,1 e 0,2%. Nel 2021 il Pil è ipotizzato a +0,6%. Questo esercizio tecnico della Commissione più volte ha attribuito all’Italia la «maglia nera» del Pil, spiegandola sempre con il ritardo nelle riforme strutturali e con il freno dell’alto debito. «Il governo italiano è consapevole della necessità di tenere gradualmente il debito su un percorso di riduzione — ha detto Gentiloni —. La scommessa è di riuscire a farlo conservando una politica espansiva, non perdendo l’occasione degli investimenti collegati alla transizione ecologica». Pertanto, più degli «zero virgola» di variazioni stimate (e soggette a future correzioni), appare politicamente significativo che il commissario di centrosinistra Gentiloni possa ora richiamare la bassa crescita — nella discussione in corso sulla riforma del Patto di stabilità e crescita — per ribadire la necessità di più flessibilità di spesa pubblica per investimenti «verdi» in grado di accelerare la ripresa. Nella Commissione Ue resta infatti l’opposizione del vicepresidente lettone di centrodestra Valdis Dombrovskis e di altri commissari nordici, sostenitori del rispetto delle regole Ue di bilancio (anche con misure di austerità spesso non favorevoli alla ripresa). E che preferirebbero modifiche solo di «semplificazione» nel Patto di stabilità e crescita.
Sul cambiamento climatico è intervenuto anche Fabio Panetta, membro del comitato esecutivo Bce. Ricevendo ieri il premio Alumnus Luiss Panetta ha sottolineato come possa «mettere in pericolo la stabilità delle economie moderne».