Al via i rimborsi per i risparmiatori coinvolti nelle crisi bancarie, dalle due venete (Veneto Banca e Popolare Vicenza) alle 4 banche poste in risoluzione (Banca Marche, Banca Popolare dell’Etruria e del Lazio, Cassa di Risparmio di Ferrara e CariChieti). Il ministro dell’Economia Giovanni Tria, secondo l’annuncio fatto dal sottosegretario del Movimento 5 Stelle Alessio Villarosa, ha infatti firmato il decreto che rende operativo il Fondo per l’indennizzo dei risparmiatori creato con l’ultima manovra, che ha a disposizione un miliardo e mezzo in tre anni. Vediamo nel dettaglio che cosa prevede il decreto.
Sarà la Consap (Concessionaria servizi assicurativi pubblici), entro 20 giorni dalla pubblicazione del decreto in Gazzetta Ufficiale, a mettere a punto una piattaforma web apposita, dove si potranno trovare tutte le informazioni al riguardo, a partire dalla documentazione da raccogliere e dalle modalità per fare la domanda di indennizzo. L’obiettivo, spiegano dal ministero dell’Economia, sarà quello di dare corso ai pagamenti «con la massima celerità», anche «attraverso la predisposizione di piani di riparto parziale delle risorse disponibili», ma «fino al loro esaurimento».
Le modalità di presentazione delle domande, e il loro esame, saranno definite da una commissione tecnica composta da nove membri che sarà presto nominata dal ministero. Ne faranno parte, ha spiegato il sottosegretario Villarosa, «esponenti di qualificata esperienza accademica o di patrocinio legale, o che abbiano svolto funzioni giurisdizionali ovvero decisionali presso organismi di composizione o risoluzione delle controversie».
I rimborsi saranno automatici per i risparmiatori che hanno un reddito entro i 35 mila euro o un patrimonio mobiliare, esclusi bond e azioni oggetto del rimborso, entro 100 mila euro. Il decreto Crescita ha previsto di alzare il tetto del patrimonio mobiliare da 100 a 200 mila euro, ma solo se l’Antitrust europeo darà il via libera (in questo caso i tempi della decisione non sono noti).
Per ottenere i rimborsi non basta però rientrare nei tetti previsti. Occorre rientrare anche nelle tipologie di «violazioni massive» previste in base alle normative europee: si va dalla vendita o collocamento senza essersi prima assicurati che l’acquirente avesse piena consapevolezza e un profilo adeguato al profilo di rischio, alla messa in atto di strategie di vendita «connesse all’erogazione di finanziamenti o altre forme di credito».
Il meccanismo dei rimborsi prevede che si abbia diritto a un ristoro in percentuale rispetto al costo d’accquisto: si riceverà il 30% nel caso delle azioni e il 95% nel caso di obbligazioni subordinate. A patto, però, che il rimborso non superi l’ammontare di 100 mila euro per ogni persona risarcita (al netto di eventuali risarcimenti già ottenuti in precedenza per la stessa vicenda).