Viviamo in un’epoca in cui le statistiche spesso prendono in contropiede i previsori. E ieri è capitato con la produzione industriale di febbraio segnalata dall’Istat — con sorpresa — a +0,8% rispetto al mese precedente. Il dato è significativo perché dovrebbe avere conseguenze sul Pil del primo trimestre ’19, che a questo punto non dovrebbe portare il segno negativo ma fermarsi a quota +0,1%. Va ricordato come l’Italia sia in recessione tecnica dopo due trimestri negativi (gli ultimi del ’18) e una soluzione di continuità non può che essere vista con favore perché evita il tris. Nel merito del risultato della produzione di febbraio è interessante capire quali settori abbiano fatto da driver. Usando i dati destagionalizzati colpisce la performance del farmaceutico da sempre esposto a forti variazioni e considerato «erratico». È vero che negli ultimi tre mesi la produzione di farmaci era scesa del 7,4% ma comunque il +11% di ieri viene messo in relazione alla decisione di anticipare la preparazione di antiallergici rispetto alle stagioni precedenti. Brilla anche il settore tessile-abbigliamento (+5,5%) e in questo caso le associazioni di rappresentanza segnalano i buoni risultati del lusso che finisce per tirare tutto il comparto. In questa breve rassegna non va sottaciuto il risultato dei mezzi di trasporto (+2,6%) che rappresenta forse la maggiore sorpresa vista sia la contrazione della domanda sia la transizione che attraversa l’automotive.