L’incontro dura poco meno di un’ora e la carrellata di argomenti affrontati fra Mike Pompeo e il presidente del Consiglio Giuseppe Conte svaria dai dazi, per i quali il premier chiede una mano ad ottenere almeno uno sgravio su alcuni prodotti cruciali per il nostro agroalimentare, alla Nato, vecchia richiesta americana reiterata per aumentare il nostro contributo. Ma si parla anche di Cina e degli accordi commerciali stretti fra Pechino e l’Italia, di Libia con la richiesta dell’Italia di un maggior coinvolgimento diplomatico degli Stati Uniti, delle sanzioni commerciali contro la Russia e del dossier Iran. L’inizio di una visita di quattro giorni di Pompeo a Roma, prima tappa di un tour europeo che lo porterà anche in Macedonia, Montenegro e Grecia, è avvenuto al Quirinale, per un colloquio con il capo dello Stato, Sergio Mattarella e il ministro degli Esteri Luigi Di Maio. Oggi Pompeo rivedrà Di Maio alla Farnesina, mentre domani in Vaticano sarà ricevuto in udienza privata da papa Francesco e incontrerà il segretario di Stato del Vaticano Pietro Parolin ed il segretario per le relazioni con gli Stati Paul Richard Gallagher. Sempre in Vaticano Pompeo parteciperà e interverrà a un simposio sul tema dei diritti umani.
La visita in Italia si concluderà con una tappa a cui il segretario di Stato tiene molto, quella in Abruzzo, la terra d’origine della sua famiglia: i bisnonni infatti emigrarono negli Stati Uniti da Caramanico Terme, in provincia di Pescara. La visita di Pompeo avviene mentre lo stesso Segretario di Stato viene coinvolto pesantemente nell’affare Zelenskiy, perché avrebbe anche lui partecipato alla contestata telefonata, e mentre ingaggia un duro botta e risposta con i Democratici, accusati da Pompeo di «voler intimidire e minacciare» alcuni funzionari dell’amministrazione americana coinvolti nel caso Ucraina. Pompeo ha rifiutato con una lettera la richiesta dei Democratici di ascoltare i suoi funzionari, e con dei toni molto duri: «È una richiesta che preoccupa e non sarò disposto a tollerare questo tipo di tattiche, userò tutti i mezzi a mia disposizione per prevenire tentativi di intimidire i funzionari in questione».
«L’Italia è un alleato chiave della Nato, un leader e garante di sicurezza nella comunità internazionale ed un partner affidabile. Gli Stati Uniti rappresentano il più grande mercato di esportazione non Ue dell’Italia, ed il nostro interscambio commerciale in beni e servizi lo scorso anno è stato di 99 miliardi di dollari»: è quanto si legge nella nota del dipartimento di Stato diffusa nel giorno in cui il segretario di Stato, Mike Pompeo, inizia la sua visita in Italia. «Questo commercio, che va dai beni di consumo ai prodotti agricoli e quelli dell’industria della Difesa, ha stimolato collaborazioni fuori dai campi economici, compresa la sicurezza e la tecnologia spaziale», continua la nota. Non sembra casuale il riferimento ai beni di consumo e ai prodotti agricoli, visto lo spinoso tema dei dazi e non è detto che l’Italia alla fine non possa ricevere un trattamento di favore.
«Domani incontrerò il segretario di Stato americano, Michael Pompeo, abbiamo un pranzo di lavoro a Villa Madama, dove discuteremo di temi importantissimi come la sicurezza dell’Italia, e tra questi ci sono l’immigrazione e la Libia». Così il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, in un un video su Facebook. «Sono temi collegati, perché da circa 6 mesi c’è stata un’escalation in Libia — aggiunge —, si è intensificato il conflitto e c’è una guerra civile in atto. Tra i tanti problemi che questo può provocare, oltre alla crisi umanitaria, c’è anche l’aumento dei migranti che partono dalle coste libiche per andare verso l’Italia e l’Europa». E ieri, in serata, la nota di Palazzo Chigi ha sottolineato che proprio sulla Libia si è registrata con il Segretario di Stato Usa una «piena convergenza sulla necessità di lavorare insieme per individuare al più presto una soluzione politica».