Giuseppe Conte accelera sul decreto per i rimborsi alle vittime dei crack bancari. Preoccupato per i continui scontri nella maggioranza — l’ultimo sulla famiglia — il presidente del Consiglio, dopo aver chiuso a Firenze, nello splendido Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio il Festival dell’economia civile, rispondendo alle domande dei giornalisti ha sottolineato: «Il mio motto è “sobri nelle parole, generosi nelle azioni”. Lo dico a tutti i ministri, le polemiche lasciano il tempo che trovano». Meglio fare, dunque. «Domani (oggi per chi legge, ndr.) incontrerò il ministro dell’Economia, Giovanni Tria, per mettere a punto il decreto per i truffati delle banche, che va varato al più presto». Allo stesso tempo, sempre nel tentativo di gettare acqua sul fuoco, Conte ha respinto la tesi che la commissione parlamentare d’inchiesta sulle banche, appena varata con una legge voluta dai 5 Stelle, possa rappresentare un attacco al sistema creditizio. «Non mi pare proprio — ha tagliato corto —. Manteniamoci tutti lucidi…».
Ben più preoccupato, invece, è apparso Tria, intervenuto anche lui al Festival rispondendo alle domande del direttore del Corriere della Sera, Luciano Fontana. «Attaccare il sistema bancario — ha detto il ministro — mettere in dubbio non solo la sua solidità ma anche la sua capacità, la sua resilienza, ponendo sospetti su di esso, significa avallare campagne europee che ci stanno danneggiando e minare l’interesse nazionale».
Tria ha riservato anche un’altra stoccata indiretta ai 5 Stelle, quando è stato sollecitato sul decreto «sblocca-cantieri», approvato «salvo intese» dal Consiglio dei ministri del 20 marzo ma non ancora approdato in Parlamento. È vero, ha ammesso, «ci sono sensibilità diverse». E poi ha subito chiarito quale approccio non gradisce. Quello di chi si preoccupa solo di contrastare la corruzione, perché «io non credo che in Italia ci sia più corruzione che negli altri Paesi». Per questo, secondo Tria, si tratta di semplificare le regole, di liberarsi dai «lacci e lacciuoli» di cui già parlava Guido Carli, suo predecessore dal 1989 al 1992, e di assecondare la «voglia di fare» che c’è nella società. Basta quindi con leggi tutte indirizzate a combattere «le patologie», perché altrimenti si va verso «uno stato di polizia». Invece, «basterebbe applicare la direttiva europea sugli appalti e buona parte dei lavori partirebbe», ha sintetizzato il ministro. Che, insieme con Conte, assicura che il decreto «sblocca-cantieri» arriverà presto in Parlamento.
Le tensioni fra 5 Stelle e Lega stanno rallentando anche il varo del decreto «crescita», l’altro provvedimento che, secondo Tria, deve costituire la risposta alla recessione. Risposta, ha ribadito il ministro, che certo non potrà essere affidata a una manovra di aggiustamento dei conti pubblici che, del resto, «l’Europa non ci chiede e sarebbe illogico ci chiedesse» perché finirebbe per accentuare la recessione. Il contrario di quello che serve. Conte, su questa scia, ha detto che i decreti saranno varati in questa settimana, invitando tutti a guardare alle potenzialità della nostra economia. Resta il fatto che, come ha detto il ministro Tria, quest’anno il Prodotto interno lordo in Italia viaggia «verso lo zero» perché «si è fermato il motore d’Europa, la Germania». «Prendiamo atto di una crescita che non c’è e diamoci una mossa», ha incalzato a Mezz’ora in più su Rai 3 il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia. La prossima manovra sarà molto impegnativa e se la maggioranza finisce in «una paralisi continua», tanto vale andare al voto, ha concluso.