Nell’ennesima giornata difficile per il suo governo e per la sfarinatissima maggioranza giallo-verde, il premier Giuseppe Conte scarica Matteo Salvini sul caso Moscopoli. Non solo è stato il capo della Lega, indirettamente, attraverso il suo consigliere Claudio D’Amico, a far partecipare il suo ex portavoce Gianluca Savoini al viaggio in Russia. Non solo i viaggi a Mosca di Savoini sono stati organizzati «direttamente dal ministero dell’Interno». Ma sull’intera vicenda, a partire dalla composizione della delegazione italiana, Conte spiega di non aver «ricevuto informazioni dal ministro competente». E infine, annuncia la sua intenzione di «vigilare con massimo rigore affinché negli incontri governativi siano presenti solo ed esclusivamente persone accreditate ufficialmente che siano tenute al vincolo della riservatezza».
«Se oggi sono qui davanti a voi è in ragione del mio ruolo» e per «il profondo rispetto che nutro nei confronti di quest’Aula», esordisce nella sua informativa al Senato il presidente del Consiglio. L’emiciclo però non è pieno: sorprendentemente i senatori Cinque Stelle hanno abbandonato l’Aula su indicazione di Di Maio. Una scena surreale: inizialmente si pensa sia per protesta sulla Tav contro Conte (che comunque si infuria per lo sgarbo); poi il capogruppo Patuanelli spiegherà che è per protesta contro i silenzi di Salvini sul caso Moscopoli.
Dei presunti fondi russi alla Lega, ricorda Conte, se ne sta occupando la Procura di Milano. Quel che è certo è che «sulla base delle informazioni disponibili alla presidenza del Consiglio – dichiara – posso precisare che il signor Savoini non riveste e non ha rivestito incarichi formali di consulente esperto di questo governo». Di più: «Confermo che la partecipazione del signor Savoini all’evento del pomeriggio del 4 luglio scorso (il Forum italo russo organizzato in occasione della visita di Putin, ndr) ha dato luogo alla sua partecipazione automatica ai seguiti come per tutti i partecipanti del forum». Ancora, «la visita a Mosca del 17 e del 18 ottobre è stata organizzata direttamente dal ministero dell’Interno, con la partecipazione all’assemblea di Confindustria Russia, a cui ha partecipato anche Savoini». In precedenza Salvini era stato a Mosca il 15-16 luglio del 2018 (per la finale dei Mondiali di calcio), e in quell’occasione, «su indicazione del protocollo del ministero dell’Interno», la delegazione ufficiale «comprendeva anche il nominativo del signor Savoini». E ora? Savoini non ha incarichi formali o non di governo, non c’è alcun rapporto da interrompere. In ogni caso, nessun ministro o forza politica «avrebbe potuto imprimere rapporti internazionali in forza dei rapporti intrattenuti con altre forze politiche di altri Paesi», è la conclusione di Conte.
Molti gli interventi in Aula, e il capogruppo Pd Andrea Marcucci annuncia la mozione di sfiducia individuale contro Salvini («Una medagia», replica il vicepremier). «Non c’è più una maggioranza, a casa e al voto», scrive il segretario Pd Nicola Zingaretti. Infine, Luigi Di Maio esprime «piena fiducia in Giuseppe Conte», e lo ringrazia «per essere andato in Senato a riferire sulla Russia, che è stato un atto non dovuto. Al Senato a riferire sulla questione Russia ci doveva andare qualcun altro e probabilmente se così fosse stato, non staremmo a parlare da settimane di questa questione».