Parte ufficialmente il dopo-Boccia. Con una mossa a sorpresa, inusuale rispetto ai regolamenti dell’associazione, gli industriali di Brescia candidano Giuseppe Pasini alla guida di Confindustria. Il Consiglio generale dell’Aib ha infatti votato all’unanimità una mozione con la quale chiede al proprio presidente di «verificare le condizioni» per una sua discesa in campo. Pasini, che si è detto «orgoglioso di poter rappresentare il sistema imprenditoriale bresciano in questo importante processo», ha assicurato che lavorerà nei prossimi mesi «per valutare l’esistenza di un consenso stabile e diffuso necessario per una designazione di tale rilevanza». Ma qualunque sarà l’esito di questo riscontro, spiega poi una nota, «ci sarà sempre da parte di Pasini il supporto incondizionato nei confronti della figura della o del nuovo presidente, consapevole del ruolo chiave che Confindustria ha e continuerà ad avere nelle decisioni di politica economica e sociale del nostro paese».
Parte la sfida a Bonomi
Pasini, classe 1961, è il presidente di Feralpi, uno dei principali gruppi siderurgici europei con un fattuirtao di 1,3 miliardi (62% export) e 1.500 dipendenti. Dal 2001 al 2012 è stato presidente di Federacciai e dal 2017 guida l’Aib oltre a presiedere il Tavolo tecnico sull’energia. Il suo curriculum risponde a pieno a quello che, secondo la vulgata, dovrebbe essere il profilo della futura guida dell’associazione di viale dell’Astronomia: un industriale manifatturiero del Nord.
Se si pensa che uno dei candidati finora più accreditati era il presidente di Assolombarda, il milanese Carlo Bonomi, il primo risultato che ottiene l’Aib col suo annuncio è quello di spaccare il fronte dei lombardi sfidando apertamente quello che è per definizione l’azionista di maggioranza di Confindustria, che tra l’altro di qui a pochi giorni (il 3 ottobre) terrà la sua assemblea annuale. Tant’è che negli ambienti imprenditoriali lombardi già si parla di una evidente «azione di disturbo». Col voto di ieri l’Aib, che conta oltre 1.300 imprese associate e dopo Milano e Roma è una delle territoriali più importanti territoriali, ha infatti compiuto un gesto irrituale dal momento che in base ai regolamenti spetta ai saggi, una volta insediati a gennaio, fare ufficialmente i nomi dei candidati che nel frattempo si sono fatti avanti in maniera riservata. E solo dopo può partire l’iter per il rinnovo delle cariche.
E Zoppas lascia i veneti
Secondo le voci un terzo candidato «forte» potrebbe essere il presidente del Sole 24 ore e della Erg Edoardo Garrone, mentre esce di scena un altro papabile, Matteo Zoppas. Il presidente dei veneti proprio ieri sera si è infatti dimesso: «dopo oltre 10 anni di servizio confindustriale» ha «deciso di anticipare la conclusione del proprio mandato per indifferibili impegni di lavoro».