Sulla manovra che porta il rapporto deficit/Pil fino al 2,4% è stata la giornata della resa dei conti, e altre ne arriveranno presto sul fronte esterno, tra l’Italia e la Ue, come su quello interno. Con la Lega che prima minaccia addirittura di disertare il Consiglio dei ministri di domani, convocato d’autorità dal premier Giuseppe Conte per limare dal decreto fiscale la sanatoria sul riciclaggio disconosciuta dai grillini, ma in serata ingrana la retromarcia. Come annunciato, il commissario Ue agli Affari economici e monetari, il socialista francese Pierre Moscovici, è giunto a Roma con la lettera già consegnata al ministro dell’Economia, Giovanni Tria, in cui si chiede al governo di fornire chiarimenti a Bruxelles entro lunedì alle ore 12: «Lo scostamento previsto dalla manovra è senza precedenti rispetto alle regole europee». Per ora Tria si limita a «sperare nel dialogo» mentre Moscovici ha cercato una sponda al Quirinale dove si è svolto un incontro «cordiale e costruttivo» con il presidente Sergio Mattarella.
Violenti attriti hanno segnato la giornata del governo, anche se poi le parti hanno ammorbidito la posizione. Mentre lo spread tra i titoli italiani e quelli tedeschi toccava 327 punti, M5S e Lega hanno portato fino al livello di guardia lo scontro sul decreto fiscale che contiene il pesante scudo penale a favore degli evasori. Davanti alla linea dura di Matteo Salvini («No alle modifiche. Che facciamo, convochiamo il Consiglio dei ministri ogni quarto d’ora? Io ho altri impegni non vado al Consiglio dei ministri. Sabato sono a Cernobbio e domenica c’è il derby») e alla replica di Luigi Di Maio («Serve un chiarimento politico e la sede migliore è il Consiglio dei ministri o vertice prima), il premier Conte ha alzato la voce: «Non so se ci sarà Salvini, ma il Consiglio di sabato si svolgerà, l’ho convocato io. Il premier sono io, decido io…». I ministri leghisti hanno fatto sapere «se Salvini non va nessuno di noi ci sarà».
A Palazzo Chigi sarebbe tutto pronto per tagliare la norma indigesta per la base grillina che nel fine settimana è convocata al Circo Massimo per la manifestazione «Italia 5 Stelle». E Di Maio non si può presentare in piazza con lo scudo per gli evasori sulla coscienza. Per questo Conte si è dovuto mettere di traverso rispetto a Salvini. «Così il decreto non lo voto», ha ribadito il capo dei grillini in serata chiedendo a salvini «di spostare qualche appuntamento». E alla fine Salvini ha ceduto: «Se servo in cdm ci sarò».
Lo scontro M5S-Lega è riemerso poi sulle grandi opere. Il ministro Riccardo Fraccaro, che intende «inviare in Parlamento un decreto fiscale pulito senza condoni», ha duellato in Trentino Alto Adige con Salvini: «Blocchiamo il tunnel del Brennero». «No, i benefici sono maggior dei costi», ha replicato il vicepremier. E anche sulla Rca auto, con il livellamento che porta aumenti al Nord e sconti al Sud, la Lega parla di «norma non concordata».