L’atteso decreto è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale. E a giorni sarà pronto il bando del ministero per lo Sviluppo Economico per selezionare i protagonisti. Ma il Competence Center del Triveneto, che mette in rete le 9 università delle tre regioni e si candida tra gli otto poli fondamentali di Industria 4.0, si trova già con largo anticipo pronto. «Il decreto è datato settembre e solo il 9 gennaio è stato pubblicato dalla Gazzetta Ufficiale – fa notare Fabrizio Dughiero, prorettore dell’università di Padova al trasferimento tecnologico – e ancora dice e non dice. Occorrerà aspettare la pubblicazione dei bandi, forse entro la settimana, per capire quanti saranno i centri nazionali previsti e come, cioè, ripartire i 40 milioni di euro del governo».
Il Competence Center è definito come «polo d’innovazione costituito, secondo il modello di partenariato pubblico-privato, da almeno un organismo di ricerca e da una o più imprese», con la partecipazione non superiore al 50% dei partner pubblici. Ciascuno potrà contare fino a 7,5 milioni di euro per le spese di costituzione e avvio attività, oltre a 200 mila euro per ciascun progetto.
«Il 19 gennaio le università nordestine si riuniranno a Padova proprio per mettere a fuoco la norma – prosegue Dughiero –. Nel frattempo non siamo stati con le mani in mano. In questi mesi abbiamo preso contatti con una decina d’imprese con cui quali vorremmo sottoscrivere accordi, siano essi contratti per concretizzare il centro o memorandum d’intesa. Significativo che il decreto ponga requisiti di qualità come le valutazioni dell’agenzia nazionale Anvur, per le università, e l’avere all’attivo investimenti in proprietà intellettuali, dunque progetti evoluti di ricerca e brevetti, per le imprese partner». Tecnicamente si procederà con avvisi pubblici di manifestazione d’interesse ma le idee paiono già chiare.
Così come, con l’avvio del Competence Center, si dovrebbe precisare anche l’ambito d’attività dei Digital Innovation Hub, che dovranno raccoglier i fabbisogni di digitalizzazione del sistema produttivo. «Domani (oggi, ndr) abbiamo un vertice del tavolo di Confindustria Veneto – spiega il consigliere delegato, Gianni Potti – e puntiamo sempre su una legge regionale. Il nostro riferimento sono le Pmi da 10 a 50 addetti».