Si scrive Colmar ma si può anche leggere al contrario, come l’acronimo di Mario Colombo, il fondatore dell’azienda brianzola nata nel 1923 e poi specializzatasi nella manifattura di tute e abiti da lavoro, che in breve tempo divennero divisa d’ordinanza per gli italiani che si avvicinavano a uno sport già allora molto in voga, lo sci.
Oggi Colmar, il marchio di Manifattura Colombo, celebre per l’abbigliamento sportivo e che ha aperto anche una branch dedicata a collezioni «da città», Colmar Originals, chiude il 2017 a 107 milioni di euro, in crescita dell’8-10%, con un ebitda medio negli ultimi tre anni del 14,53%, investe su nuovi mercati, sul retail e sull’ecommerce. Sempre seguendo una strategia ben precisa. «Abbiamo scelto la strada dell’indebitamento zero, che ci ha permesso di navigare saldi anche quando le acque della crisi erano agitate — spiega Carlo Colombo, alla guida con il fratello Giulio e il cugino Mario, dell’azienda —. Fa parte del nostro dna, che è anche quello di molte aziende del distretto industriale brianzolo. Allo stesso tempo i nostri shareholder sono stati oculati e non hanno mai voluto approfittare della profittabilità dell’azienda, preferendo reinvestire i risultati ottenuti».
A proposito di investimenti, sono appena stati inaugurati due showroom, a Roma e Milano. «Nel secondo semestre del 2018 aggiungeremo due aperture ai nostri dodici negozi (tra Italia ed estero, cui si sommano cinque store in franchising) — spiega Colombo —. Un’altra area su cui stiamo lavorando è l’ecommerce, che si sta raffinando anche con la presenza sui social, e che oggi vale il 5% del fatturato, in crescita». La ricerca e sviluppo del prodotto è totalmente interna, sia per la collezione sci che per quella lifestyle, nata nel 2009 e che oggi pesa fino al 60% del fatturato. L’estero, da cui arrivano il 35% dei ricavi, è in fermento. «Vanno bene i mercati mitteleuropei, mentre stiamo rivedendo la rete americana con un coinvolgimento più diretto anche sul fronte operations», dice Colombo. Tut to rimanendo in famiglia: la quarta generazione sta già entrando in azienda. Fusioni o partnership, come da sempre nella storia di Colmar, non sono all’orizzonte.