L’innovazione si fa anche in salumeria. Citterio nasce a Rho nel 1878 grazie a un’intuizione di Giuseppe Citterio che inventa una ricetta per produrre e con servare il Salame di Milano in tutti i mesi dell’anno, in assenza di mezzi industriali per il controllo termico. Oggi l’azienda, che nel 2017 ha fatturato oltre 430 milioni, è guidata dalla quinta generazione. Una famiglia molto riservata, che qui racconta la sua storia e i prossimi piani. É sempre rimasta al timone, guardando con capacità al futuro. Nel 1955 Citterio è tra le prime con laboratori interni per le analisi chimiche e microbiologiche. Nel 1958 inizia la produzione sottovuoto: una novità assoluta per l’epoca. L’affettato in vaschetta, in cui sono tuttora leader di mercato, nasce allora. Nel 1974 sbarcano negli Usa.
Il tasso di crescita annuo composto del giro d’affari (Cagr) tra il 2011e il 2017 è stato del 4,56%. Come è andata nel 2018? «In linea con gli anni precedenti, nonostante i tassi di cambio sfavorevoli. E siamo fiduciosi di proseguire con la crescita anche per il 2019», dicono in azienda, Il 60% del fatturato è realizzato fuori dal nostro Paese e quasi tutti i margini vengono dalle vendite all’estero. «L’Italia — raccontano — in questo momento è un mercato difficile e molto competitivo. Negli Stati Uniti abbiamo una società con unità produttive. In Svizzera e Francia ci sono sedi e organizzazioni commerciali dirette. Siamo distribuiti in oltre 40 paesi nel mondo. Ci stiamo espandendo all’estero anche a livello di struttura organizzativa, con presidi locali di vendita nei luoghi più importanti», spiegano. In Italia ci sono otto stabilimenti, altri due siti produttivi sono a Freeland in Pennsylvania. «Ogni anno investiamo circa il 5% del fatturato per mantenere gli stabilimenti tecnologicamente avanzati ed efficienti», spiegano ancora.
Insomma la tradizione innovatrice prosegue con i canoni del terzo millennio. Come sono cambiati i gusti dei consumatori? «La gente è sempre più esigente, preparata ed attenta. Con una maggior sensibilità verso i temi legati al benessere alimentare e a ingredienti e processi naturali», dice ancora l’azienda. Di recente è stata lanciata una linea senza conservanti, realizzata con pochissimi ingredienti selezionati. Ma da decenni ce n’è una biologica e una a ridotto contenuto di grassi e calorie. Poi c’è il crescente interesse per la sostenibilità ambientale: «Alcune nostre linee vengono vendute in confezioni che hanno oltre il 60% di plastica in meno rispetto alle vaschette tradizionali e con un vassoio riciclabile nella carta», spiegano.
Quali sono le strategie per far crescere l’azienda in futuro? «Siamo diventati grandi anche per acquisizioni. E grazie a questo, negli anni, siamo riusciti ad ampliare la gamma dei prodotti e a presidiare meglio il mercato. Siamo sempre attenti a valutare le opportunità. E se troviamo un progetto che riteniamo possa portare valore, siamo pronti a investire», concludono.
L’Economia 15 marzo 2019