L’Italia è il Paese in Europa con l’atteggiamento più aperto verso la Cina, dal punto di vista degli investimenti commerciali e industriali: parola di Shen Wenrong, direttore generale di Zte Italia relatore ieri al convegno «Cina-Italia. Scenari globali e alleanze commerciali», nell’ambito del festival Bergamo Città Impresa all’ex Borsa merci.
Affermazione non casuale: il gruppo cinese Zte è uno dei più importanti a livello mondiale per la fornitura di prodotti e servizi per le telecomunicazioni, soprattutto nei settori 4G e 5G, e ha scelto l’Italia come hub europeo della sua attività. «L’Italia è uno dei sei paesi più importanti in Europa e, comparata ad altri, è molto più aperta, molto differente – ha sottolineato Wenrong, aggiungendo un’indicazione sullo sviluppo del settore delle infrastrutture -. Il 5G è la direzione
verso cui deve puntare l’evoluzione della tecnologia».
Pur non parlando il manager direttamente di Bergamo, Zte continua a crescere in Italia: non ha infatti solo sedi principali a Roma e Milano, ma altre 13 sedi sul territorio, e negli ultimi anni ha acquisito un ruolo centrale per lo sviluppo del Paese, con vastissimi progetti: da una parte la partnership stretta nel dicembre 2016 con WindTre spa per la realizzazione della rete unica Wind/Tre, definita «The Golden Network», una riconversione tecnologica orientata al 5G; dall’altra la collaborazione con Open Fiber, dal 2017, per la realizzazione della rete di banda ultralarga sul territorio nazionale.
Una Cina dunque sempre più aperta ai mercati europei e italiani, anche sulla scia di un progetto più ampio: in Italia sono conosciute come le “nuove vie della seta”, promosse direttamente dal presidente cinese Xi Jinping, e puntano a creare un ponte Europa-Asia per mettere in connessione la Cina con il resto del mondo e per accelerare lo sviluppo delle province centrali cinesi, quelle che si sono sviluppate meno durante il boom economico . Il progetto mira a potenziare i collegamenti via terra e via mare. E qui si inserisce la sfida italiana.
«Per l’Italia questa è un’opportunità che va interpretata – ha spiegato Alberto Bombassei, presidente della Brembo -. La via marittima valorizzerà il porto di Trieste dove arriveranno centinaia di navi container all’anno e non possiamo rimandarle indietro vuote. La domanda vera è se siamo capaci di fare prodotti che possano essere esportati là. Dobbiamo esser bravi a far conoscere l’Italia in Cina». Brembo, presente in Cina da 15 anni, in aprile inaugurerà un nuovo stabilimento a Nanchino.
«I rischi per l’Italia in Cina ci sono -ha aggiunto Bombassei -. La Cina è stata isolata per secoli e non ha regole così intuitive. La raccomandazione quindi è solo quella di prepararsi bene e cercare di conoscerne la cultura e gli usi».
*L’Eco di Bergamo, 28 ottobre 2018