Cattolica Assicurazioni ha cambiato la governance. A larghissima maggioranza l’assemblea della compagnia ha approvato la riforma dello statuto con cui la cooperativa ha adottato il sistema monistico e aperto il consiglio di amministrazione ai rappresentanti degli investitori istituzionali. «Crediamo che questa riforma possa avviare un nuovo capitolo della storia di Cattolica», ha detto il presidente, Paolo Bedoni. La revisione dello statuto, ha aggiunto l’amministratore delegato Alberto Minali (confermato alla guida della compagnia), «assicura snellezza operativa, chiarezza di ruoli e raggiungimento degli obiettivi».
Cattolica riduce così da 18 a 17 i posti in consiglio ed elimina il collegio sindacale, le cui funzioni di controllo vengono assorbite all’interno del consiglio. Nel board troveranno rappresentanza i fondi, che avranno diritto a un posto nel caso in cui la loro lista venga votata da una quota compresa tra il 10 e il 15% del capitale e due posti qualora il sostegno superi il 15%. Ma all’addio della forma cooperativa, Bedoni, consigliere dal 1999 e presidente dal 2006, non ci pensa neanche lontanamente: «La trasformazione in spa non è mai stata sul tavolo del consiglio».
Il primo banco di prova sarà l’assemblea dell’anno prossimo, quando scadrà il cda. In quell’occasione si vedrà come si muoveranno i grandi azionisti — la Hathaway Berkshire di Warren Buffet (9,05%), la Fondazione del Monte di Lombardia (4,9%) e la Fondazione Cariverona (3,4%) — ma anche i fondi italiani ed esteri. La Fondazione del Monte è già socia.