Il governatore di Bankitalia Ignazio Visco invita a nuove aggregazioni, sulla scia di quanto raccomandato anche dal capo della vigilanza bancaria Ue Daniele Nouy, e i pionieri del risiko bancario rispondono affermativamente. «Banco Bpm sarà pronta per la seconda ondata di aggregazioni nel comparto bancario a fine 2019, dopo aver attuato il proprio piano di crescita» dice Giuseppe Castagna, ad dell’istituto intervenuto ieri Verona ospite della tavola rotonda che ha visto tra gli ospiti anche Vincenzo Boccia, presidente di Confindustria, l’imprenditore Gianluca Rana, la presidente Enel Patrizia Grieco e il presidente della Commissione Affari economici del Parlamento Ue, Roberto Gualtieri.
«Siamo partiti per primi – ha affermato Castagna, riguardo al processo di aggregazione – cosi saremo i primi anche nella seconda ondata. Non penso che parta presto perché tutti abbiamo bisogno di lavorare al nostro interno. La redditività sta tornando, è meglio fare le fusioni ben strutturati e sani. Se riusciamo a completare il nostro piano, penso che a fine 2019 saremo in una situazione solida tale che riusciremo a guardare ad altri».
E già si vocifera di un matrimonio Milano-Verona-Siena. Mps, il cui principale azionista è oggi lo stato, è infatti la candidata in pole position, ovvero la più vociferata per una nuova fusione. Quanto al programma di cessione di Npl, che Banco Bpm ha incrementato, Castagna ha affermato che «per vendere o gestire siamo ben attrezzati, il grosso impegno è avere il capitale sufficiente che abbiamo già accantonato». «Se poi si aggiungeranno opportunità come una piattaforma condivisa» di gestione degli Npl che «la valuteremo».
Di certo «aiuterebbe ad aumentare la quantità di Npl che si possono lavorare». Sul fronte credito, ha spiegato ieri il ceo: «Il sistema bancario è assolutamente nelle condizioni di supportare» le imprese italiane. «Mi sembra che le abbia supportate bene anche negli anni scorsi, però oggi siamo in condizioni tali da potere assolutamente accompagnarle, anche quella minoranza che è ancora in difficoltà». «L’aria che si respira oggi è sicuramente di maggior ottimismo: le banche hanno reagito e sono pronte anche a riportare sul sentiero virtuoso industrie che sono valide ma hanno attraversato difficoltà».