Fatturato Luxottica 2017: 9,1 miliardi. Fatturato dei 500 Champions L’Economia-ItalyPost: quasi 22 miliardi. E sono ancora dati del 2016: i bilanci pubblicati finora dicono che la crescita media marcia sempre a due cifre. Poi sì, si può sostenere che sommare i numeri di tante piccole e medie aziende come fossero un unico gruppo sia una forzatura. Non lo è. Non nel caso specifico. Questi sono i giorni in cui, benché alla fine un po’ al silenziatore, la multinazionale di Leonardo Del Vecchio ha annunciato l’abbandono di Confindustria e messo sottosopra (si immagina: ma se non fosse successo il problema sarebbe persino più grave) i piani alti di viale dell’Astronomia. È, come lo fu a suo tempo l’addio di Fca, un colpo pesantissimo alle finanze e all’immagine dell’associazione. La cui «anima» è ormai molto più pubblica che privata.
Immaginate, allora, cosa succederebbe se sotto l’iceberg Luxottica si sfaldasse il blocco di quelle 500 imprese di eccellenza che neppure negli anni della crisi hanno smesso di investire, innovare, crescere, aiutare l’economia del Paese prima a reggere, poi ad agganciare la ripresa. Non è un rischio teorico. I Champions sono, quasi tutti, iscritti se non altro alle associazioni locali o di categoria. Ma, quasi tutti, già oggi vanno oltre (per esempio) i contratti nazionali. D’accordo: è un problema di rappresentanza non nuovo. A specchio, tra queste aziende in particolare, riflette l’affanno che la rivoluzione industriale permanente provoca anche al sindacato.
Quel che però colpisce, tra le 500 Top, è che se chiedi di viale dell’Astronomia ricevi, spesso, occhiate eloquenti o parole disarmanti: «Capita che nemmeno ci rispondano». È successo più di una volta, nel tour L’Economia-ItalyPost. La buona notizia è che a ospitare la prossima tappa sarà proprio Confindustria, o almeno una delle sue più importanti «territoriali»: sebbene non sia tanto a Bergamo che i Champions si sentono «senza voce».
*L’Economia, 21 maggio 2018