Qualche domanda dovrebbero farsela anche nelle Università, atenei di riconosciuto standing internazionale inclusi. Nessuno discute che i laureati della Bocconi o dei Politecnici di Milano e Torino siano tra i migliori al mondo, a volte i più tecnicamente preparati, spesso quelli maggiormente capaci di una visione oltre la singola superspecializzazione. Ma ci sarà una ragione se l’anno scorso, per assumere 200 ingegneri più qualche economista e qualche scienziato, Valter Brasso e i vertici della torinese Teoresi hanno per esempio vagliato 60 mila – sì, è corretto: sessantamila – curriculum, fatto tremila interviste, completato novemila ore di formazione (tradotto: 1.579 giorni lavorativi).
E Teoresi non è un colosso: adesso i suoi collaboratori sono 600, il fatturato 32 milioni. Suppergiù la stessa taglia della pavese LabAnalysis, 37 milioni di ricavi e poco più di 500 dipendenti dai 276 di appena un anno e mezzo fa: ma anche Lorenzo e Stefano Maggi (ritmo di colloqui 10-15 a settimana) vi racconteranno che alla formazione dei neoassunti «provvediamo direttamente noi». Come Brasso (era alla tappa di Acqui Terme), come i fratelli Maggi (al Tecnopolo di Piacenza), come i Campioni di cui parliamo oggi in queste pagine e che venerdì incontreremo a ComoNext, tutti i piccoli imprenditori d’eccellenza scoperti daL’Economia e ItalyPost puntano l’indice qui (e su figure professionali introvabili, dai periti ai «carrellisti»: ne parleremo). Loro lo danno per scontato, di dover partire da zero e metterci, poi, due-cinque anni per arrivare al primo livello dell’«educazione all’azienda».
Non perciò sono rassegnati, ma è certo che lo scollamento tra quanto si insegna persino nei Master e quanto serve per innovare-produrre-vincere nella concorrenza senza confini, resiste nonostante ogni buon proposito di collaborazione. Che c’è, per carità. E ottimi sono i rapporti. Salvo poi (qualche tappa di Meet the Champions l’ha mostrato in diretta) arrivare trovarsi inesorabilmente davanti due mondi, due linguaggi, il ponte per collegarli interrotto ben prima della metà. Senza ingegneri (ad hoc) per ora in vista.
*L’Economia, 7 maggio 2018