Vacanze di lusso a basso costo: nonsense o strategia possibile, e vincente? Fare margini interessanti da mercati low cost potrebbe sembrare contro-intuitivo. Eppure è ciò che ha fatto la fortuna del Campeggio Bella Italia. Saldo sulla sponda Sud del Lago di Garda, il patron Federico Delaini è riuscito a reggere la violenza di una crisi che in poco più di un anno ha spazzato via moltissime delle attività locali che con il turismo ci campavano. Certo, se prima della pandemia Delaini poteva vantare fatturati da 22 milioni e oltre, nell’anno del Covid ha dovuto farsene bastare poco più di nove. Per chi è abituato a superare il milione di presenze (con una stagione lunga da marzo a novembre) un giro d’affari in caduta libera è un boccone amaro da mandare giù.
Le imprese Champion hanno però spalle larghe. Durante la pausa forzata Delaini ha “riparametrato il riparametrabile”: dalle strategie di marketing per agganciare nuovi clienti, ai lavori di ristrutturazione per potenziare le strutture che li ospiteranno. Tutto per farsi trovare pronto ai blocchi della ripartenza. E così la redditività ha retto ampiamente, con gli utili operativi che continuano a sfiorare la metà dei ricavi: 44% anche nel 2020, quindi appena un po’ più sotto il 46% del 2019. Stesso trend per la posizione finanziaria: l’azienda di Delaini aveva in cassa 14 milioni un anno fa, ne mantiene 11 a fine 2020.
Adesso si riparte. Dopo più di un anno in pantofole e smart working vogliamo tutti tornare a viaggiare, andare in vacanza, rilassarci sul serio. Nei 340 mila metri quadri del Campeggio Bella Italia ce n’è per ogni gusto. Vuoi un’esperienza en plein air per recuperare il contatto con la natura? Ci sono piazzole di sosta per piantare tende e parcheggiare camper. Lo vuoi fare senza rinunciare alla coccola del servizio a 5 stelle? Ci sono lussuosi bungalow e mobile home, per dormire sotto le stelle ma su un morbido materasso. Il tutto tra piscine, ristoranti, bar, servizi vari.
Un piccolo universo che si distingue proprio perché progettato per intercettare le nuove tendenze, calibrare gli investimenti immobiliari e lavorare sulla costruzione della domanda a partire dalle esigenze del cliente. Tradotto: visione imprenditoriale. Da coniugare, oggi, con il mondo post-Covid. Spiega Delaini: “In media oltre il 95% dei nostri clienti viene dall’estero, soprattutto da Germania, Paesi Bassi e Irlanda. La ripresa quindi dipende non solo e non tanto dalla normativa italiana, ma piuttosto da quelle europee. L’anno scorso la percentuale di clienti stranieri era scesa al 70%. Adesso, tra passaporti vaccinali e quarantene sentiamo ancora troppa confusione”. Morale: “L’incertezza non va a braccetto con le prenotazioni”.
Non è l’unica ombra che incombe sull’estate del camping di Peschiera. Ce n’è un’altra, più subdola: “La concorrenza di chi promette zero contagi è sleale e rischia di danneggiarci molto. I furbetti del “covid-free” giocano però col fuoco: al primo caso registrato, si bruceranno tutta la stagione. Noi preferiamo andarci piano e mantenere i nervi saldi, sperando che la qualità del servizio ripaghi. Certo, se fosse necessario allestiremo anche un punto tamponi in loco, ma è chiaro che preferiremmo non doverlo fare: in fondo quello che offriamo è proprio una parentesi di spensieratezza a chi vuole rilassarsi e dimenticare, per quanto possibile, le difficoltà dell’ultimo anno”.