Da molti anni ormai, Buzzi Unicem è impegnata nell’utilizzo di Css (Combustibile Solido Secondario) derivato dai rifiuti, quale alternativa ai combustibili fossili nel proprio processo produttivo, adottando dunque una soluzione ambientalmente ed economicamente più vantaggiosa. In occasione della Green Week il gruppo mostrerà i progressi fatti alla cementeria di Fanna, nel pordenonese, dove questa attività è in essere da alcuni mesi. Nello stabilimento lavorano 75 persone, oltre a 200 dell’indotto, e l’utilizzo del Css, prodotto a valle del ciclo della differenziata a partire dalla quota residuale (RSU indifferenziata), rappresenta sia un vantaggio ambientale che un vantaggio competitivo per l’azienda. Utilizzandolo, infatti, si riducono le emissioni di alcuni parametri inquinanti tra cui gli ossidi d’azoto e gli ossidi di zolfo, lasciando invariate le altre, si dà un sostegno all’economia circolare e si risparmia perché questo combustibile costa meno del coke di petrolio. I Css, inoltre, contenendo fino al 40% di biomassa (frazione biodegradabile dei rifiuti) consentono una riduzione delle emissioni di Co2, contribuendo agli sforzi di mitigazione dei cambiamenti climatici.
“Sposiamo il progetto della Green Week perché è un format che, oltre a partire da un territorio in cui sono inserite tre delle nostre principali realtà industriali, rappresenta un format che ci consente di dialogare ulteriormente con i nostri stakeholders, in quello che è un processo continuo che coinvolge ad esempio scuole e associazioni, attraverso rapporti di partenariato e apertura continua dei nostri stabilimenti alle visite e al confronto”, spiegano dall’azienda, che ha investito per le comunità, a livello di gruppo, circa 50 milioni nel 2017.
Con i Css, materiali a fine vita che vengono utilizzati come combustibile e trasformati in energia invece che essere uno scarto, si ottengono diversi vantaggi: c’è un contributo ai processi di economia circolare, con una riduzione del ricorso alle discariche e a fonti energetiche naturali non rinnovabili e ci sono i minori costi di trasporto, con relativa riduzione dell’impatto ambientale, considerato che il coke di petrolio maggiormente utilizzato nelle cementerie arriva via nave dal golfo del Messico. Anche a Monselice, dove Buzzi Unicem ha un altro stabilimento, c’è un percorso per analizzare come sono trattati i gas di combustione prodotti dalla cementeria, attraverso i percorsi di filtrazione ed abbattimento di polveri e fumi, e come le emissioni del camino principale si traducono in immissioni al suolo; a Vernasca, nel piacentino, invece, sarà implementata una nuova tecnologia per la cattura e lo stoccaggio della CO2 emessa dal camino della cementeria. In linea con gli obiettivi fissati negli anni dai protocolli internazionali sul clima, il gruppo Buzzi Unicem è impegnato a ridurre le proprie emissioni di anidride carbonica del 5% entro il 2022 e ha un ruolo primario nel progetto promosso da un Consorzio Internazionale di 13 partner, con il coordinamento dal Laboratorio Energia Ambiente Piacenza (LEAP), per la cattura della Co2.