Per le aziende dell’e-commerce è decisivo ridurre gli errori di spedizione.Evitare che un libro o un computer diretti a Trieste finiscano invece nella pipeline del corriere-espresso che si muoverà alla volta di Bologna. E siccome gli addetti a questa delicata mansione svolgono per ore un lavoro ripetitivo, la possibilità che sbaglino scatolone e man-dino la merce in fuorigioco è elevata. I costi per l’azienda sono alti: il libro va e torna raddoppiando la spesa-trasporto, in più il consumatore che attende il prodotto scelto online sarà indotto a pensare che si è rivolto a un sistema inefficiente e quindi a cambiare fornitore.
Per evitare quest’inconvenien-te la Yoox di Federico Marchetti ha fatto brevettare un sistema nato nell’università di Parma (chiamato Rfid): passando un lettore ottico sopra il codice a barre della merce fa accendere due luci messe in bella evidenza sullo scatolone giusto. In questo modo l’operatore viene aiutato nella scelta e si riducono gli errori. Invece il sistema brevettato da Amazon è differente perché controlla diretta-mente i movimenti degli addetti al carico tramite il braccialetto elettronico e li indirizza. Per evitare gli errori non aiuta l’operaio dell’e-commerce ma lo robotizza, vincola il corpo (le sue mani) ad andare in una direzione o nell’altra togliendo qualsiasi autonomia di movimento. Non sappiamo se questo brevetto verrà utilizzato e in quali Paesi.
In Italia sicuramente confligge con lo Statuto dei lavoratori e quindi tutto ciò non avverrà, ma al di là della sua applicazione pratica la sola notizia dell’invenzione del brevetto abbatte una barriera simbolica, l’efficienza «comanda» i movimenti delle mani con un dispositivo elettronico e tutto ciò fa gridare al nuo-vo schiavismo. Ma al di là dei commenti dei politici impegnati nella campagna elettorale l’unico risultato concreto che il bailamme sul «brevetto schiavista» avrà sarà quello di rendere ancora più difficile l’evolu-zione delle relazioni indu-striali in Amazon, almeno in Italia. Il tema degli errori di spedizione si può tranquillamente affrontare non solo con tecnologie «amiche» ma anche negoziando un’organizza-zione del lavoro capace di conciliare l’efficienza operativa con il rispetto della persona. Basta ad esempio turnare gli addetti alla spedizione con maggiore frequenza di quanto si faccia. Il buon senso però di questi tempi è merce rara e non si com-pra online.