Boris Johnson aveva indetto le elezioni alla ricerca di un mandato chiaro sulla Brexit. Una scommessa che è riuscita. Stando agli exit poll, i conservatori hanno vinto in modo chiaro e storico, aggiudicandosi 368 seggi, ovvero un incremento di 51 deputati che porta Johnson a una maggioranza di 86 e a un passo dal record di Margaret Thatcher.
Se sanare le profonde divisioni che la decisione di uscire dall’Ue ha creato era una priorità, il voto di ieri ha dato chiare indicazioni su come procedere. Per i laburisti si tratta di una sconfitta schiacciante, che mette in serio dubbio la leadership di Jeremy Corbyn. 191 seggi, ovvero 71 in meno dello scorso parlamento, un risultato peggiore ancora di quello di Michael Foot nel 1983 e la perdita di comunità di ex minatori, come Blyth Valley, che aveva sempre votato Labour. I liberal democratici conquistano un seggio in più (13 in totale) ma la leader Jo Swinson rischia di non essere rieletta.
Il desiderio di chiudere il capitolo Brexit ha vinto su tante preoccupazioni. La frustrazione di tre anni di stallo dal referendum sull’Europa ad oggi si è tradotta in un voto a favore dei conservatori e di un primo ministro determinato a siglare il divorzio dall’Ue a tutti i costi. I problemi da affrontare rimangono numerosi. La Scozia minaccia la secessione. I nazionalisti dell’Snp avrebbero conquistato 55 deputati, un aumento di 20. Diventano una forza notevole nel parlamento di Westminster. A livello nazionale le comunità soffrono. Il 33.6% dei bambini del Regno vive sotto la soglia della povertà. Mancano i fondi per pagare gli insegnanti, la luce e il riscaldamento. I genitori sono stufi di sentire da Westminster che gli investimenti statali nella scuola pubblica sono ai massimi storici. I medici generalisti combattono contro la necessità di visitare i pazienti in 12 minuti.
Johnson ha promesso di trasformare con la Brexit la posizione del Regno Unito nel mondo. Lasciare l’Ue sarà il primo passo di una rinascita economica basata su nuovi accordi internazionali. A Brexit completata, verrà il momento di intervenire sul resto: la sanità, le scuole, le comunità rurali in difficoltà, il degrado delle città. Potrà farcela? La strada, nonostante il risultato, è in salita.