Una visione di futuro per l’Italia e per l’Europa. Con la Ue aperta al mondo, in grado di contrastare gli «shock asimmetrici» che arrivano dall’esterno e di rispondere alle politiche di Cina e Usa, che pur in modo diverso si stanno concentrando sulla questione industriale. E con l’Italia centrale tra Europa e Mediterraneo. C’è una doppia partita da giocare secondo Vincenzo Boccia, una riguarda appunto l’Europa, che si avvia a mesi intensi di campagna elettorale in vista delle elezioni di maggio. Un’altra dentro il nostro paese, per trovare un equilibrio tra le ragioni del consenso, e quelle della crescita.
«La Ue non può essere l’alibi per non affrontare i problemi del nostro paese», ha detto il presidente di Confindustria intervedendo al Rome Investment Forum organizzato dalla Febaf, Federazione banche, assicurazioni e finanza, dedicato agli investimenti in Europa. «Occorre porsi grandi obiettivi, in Italia e in Europa, di occupazione, investimenti, infrastrutture, individuare gli strumenti e poi intervenire sui saldi di bilancio. E non, al contrario, intervenire sui saldi di bilancio prescindendo dagli effetti sull’economia reale».
Boccia ha rilanciato l’idea di un Manifesto delle imprese per l’Europa, di cui aveva parlato a Bolzano, al Forum con gli industriali tedeschi della Bdi, al quale aveva partecipato anche Pierre Gattaz, leader degli industriali francesi del Medef e di Business Europe. «Ci siamo confrontati con Bdi e Medef, metteremo a punto un Manifesto con cui i protagonisti dell’industria invitino la politica a dibattere non su Europa sì o Europa no, ma su come l’Europa deve fare un salto di stagione riformista. L’idea è di presentarlo in una conferenza stampa lo stesso giorno in tutte le capitali europee». Nel Manifesto, aveva anticipato Boccia a Bolzano, ci sarà un progrmma di politica industriale in cui dare centralità al lavoro e agli investimenti. Una Unione europea più forte è ineludibile per non arrivare ad una decadenza: nel 2035, ha detto ieri al convegno, nessun paese europeo farà parte del G7.In Europa, ha detto Boccia, occorre pensare in grande: un piano di infrastrutture da milioni di euro di investimenti, creare milioni di posti di lavoro. «Bisogna darsi missioni, avviare il dibattito e arrivare a soluzioni», ha aggiunto.
La necessità di porre il tema degli investimenti è stata sollevata anche da Luigi Abete, presidente di Febaf: «è importante che il governo da un lato incoraggi e sostenga gli investimenti privati e e si impegni a promuovere quelli pubblici. Anche in Europa la questione deve essere posta con forza».Con la Ue è in piedi la trattativa sul deficit. «Bene il mandato politico forte dato al premier Giuseppe Conte – ha detto Boccia – l’auspicio è che non ci sia la procedura di infrazione che vorrebbe dire blocco dei fondi strutturali e rientro forzoso del debito». Da domenica, prima con il ministro dell’Interno e leader della Lega, Matteo Salvini, poi con il ministro dello Sviluppo, Luigi Di Maio, si è aperto un confronto «serrato» con il governo. Occorre riequilibrare la manovra, ha sottolineato il presidente di Confindustria, sul versante della crescita, ancora troppo debole.