BlackRock sta trattando l’acquisto di una quota di minoranza di Eurizon,la seconda più grande casa d’investimento italiana, con 314 miliardi di euro in gestione. A rilanciare le indiscrezioni sulle trattative in corso tra il colosso globale nella gestione del risparmio e il gruppo di asset management controllato da Intesa Sanpaolo è il Financial Times, che nell’edizione di ieri sottolineava come le discussioni, che hanno avuto luogo per mesi, avrebbero registrato un ritorno di fiamma dopo un rallentamento generato dalla crisi politica italiana.
L’ipotesi di lavoro prevederebbe l’acquisizione da parte di Blackrock di un 10% del capitale di Eurizon, anche se in passato si era parlato di uno scambio anche superiore, fino al 20%. Nessun dettaglio emerge invece sui possibili termini finanziari dell’accordo. Va detto che le trattative con BlackRock, per quanto ben avviate e destinate a prendere forma in tempi stretti, non sarebbero ancora al punto conclusivo. Nelle scorse settimane, a quanto risulta al Sole 24Ore, segnalavano alcune fonti, i dialoghi risultavano aperti anche con altri potenziali soggetti interessati a siglare una partnership. Da tempo si parla però dell’ipotesi di un’alleanza tra i due soggetti anche alla luce della partecipazione (pari al 5% circa) che il gruppo guidato da Larry Fink possiede in Intesa per conto dei suoi clienti: da grande azionista della banca italiana e da leader globale del settore, insomma, BlackRock rappresenta un partner ideale per Ca’ de Sass.
Che i tempi per l’operazione possano essere maturi, invece, era stato lo stesso Carlo Messina a dirlo. Il timing per la partnership «non può essere di 2-3 anni: se c’è qualcosa da fare, meglio farla subito nel 2018» aveva annunciato il ceo di Intesa nella presentazione del piano di impresa del 6 febbraio.
La ratio dell’accordo
Ma quale potrebbe essere la ratio di un accordo simile? Sotto il profilo commerciale, un’alleanza industriale permetterebbe a BlackRock di sfruttare la piattaforma Eurizon per allargare la distribuzione dei suoi prodotti in un mercato di rilievo per il risparmio gestito come l’Italia. Per Intesa, il progetto sarebbe di ampio respiro. La vendita per cassa di una quota di Eurizon permetterebbe al gruppo di dare anzitutto un valore di mercato a un asset non quotato in vista di eventuali future operazioni straordinarie. Permetterebbe poi di valorizzare una quota, incassandone la plusvalenza mantenendo il pieno controllo della società. I valori in gioco sono di rilievo. Secondo i calcoli di Equita Sim, una valutazione per Eurizon sarebbe pari a circa 3,8 miliardi, con una plusvalenza per Intesa pari ai 400-500 milioni. Non male per un gruppo che punta a mantenere solida e sostenibile la creazione di valore per gli azionisti, con un target di dividendo per l’anno in corso superiore ai 3,8 miliardi del 2017. Il deal «consentirebbe di garantire aumentare la visibilità sulla dividend policy di medio periodo», spiegano gli analisti della Sim milanese.
Non solo. L’apertura del capitale a un grande operatore industriale internazionale come Blackrock potrebbe inoltre aiutare a facilitare per eventuali successive aggregazioni con altre asset management company.Le dimensioni massicce di Eurizon rischiano di tenere lontani altri competitor da eventuali partnership, che potrebbero temere di finire “fagocitati” dall’aggregazione. Da qui, come spiegava lo stesso numero uno di Eurizon Tommaso Corcos in un’intervista a Il Sole24Ore dello scorso 14 marzo, la scelta di una partnership con un operatore di dimensioni globali, che potrebbe garantire «anche successivi accordi con operatori di dimensioni uguali o inferiori alle nostre», che poi «più facilmente» potrebbero accettare di entrare «a far parte di un polo ampio e dalla governance condivisa». Intesa, da parte sua, è interessata a «investire nel mondo dei fondi alternativi» e «il partner potrebbe aiutarci a rendere più ricca la nostra offerta in questo settore».