È forse la sola azienda quotata che sia riuscita a passare, negli anni bui della crisi, dalla Black list alla Grey list, per poi approdare allo Star. Una storia unica nel suo genere. Be Think Solve Execute (Betse), società che offre servizi di business consulting e information technology al mondo delle banche e delle assicurazioni, è arrivata a generare a fine 2017 un fatturato di circa 130 milioni di euro, realizzando una crescita di oltre il 45% rispetto agli 89 milioni del 2011 (l’Ebitda 2017 è sta to di 17 milioni e l’utile di 4,5 milioni).
Era il 2009 quando la famiglia Achermann (il padre Carlo e il figlio Stefano) è entrata nel capitale. Allora si chiamava Data Service (si era quotata sul mercato tecnologico Mtax nel 2000) e faceva capo a Rocco Sabelli, ex amministratore delegato del gruppo Piaggio e di Immsi e Tip Tamburi investment partners, che nel 2007 avevano ereditato una situazione davvero disastrosa.
L’azienda contava circa 800 persone, aveva un debito di 40 milioni e fatturava circa 35 milioni, a fronte di un risultato economico in perdita per 16 milioni.
«Era una società che faceva cose molto di verse da oggi — spiega l’attuale amministratore delegato, Stefano Achermann —. Quando nel 2009 io e mio padre siamo entrati nell’azionariato abbiamo deciso di fondare all’interno del gruppo la Be Consulting, che si occupa di consulenza alle banche. Siamo riusciti a creare da zero un business tutto nuovo, che in 10 anni è cresciuto moltissimo. Tant’è che oggi contiamo 1.600 tra dipendenti e professionisti esterni, il doppio del 2009, e un fatturato a fine 2017 di 129 milioni. Non dimentichiamoci, poi, che siamo partiti con una situazione di forte indebitamento, mentre oggi abbiamo una posizione finanziaria netta positiva».
Negli anni, Be-tse è cresciuta non solo per linee interne, ma ha fatto diverse acquisizioni. L’ultima, all’inizio dell’anno, è la bolognese Tesla Consulting (sicurezza e digital forensics) di Stefano Fratepietro si perfezionerà entro luglio. Ma ce ne sono state anche altre al di là dei confini nazionali, soprattutto in Germania e Inghilterra, che rappresentano circa un terzo del business societario. «Abbiamo una presenza estesa in 9 Stati — sottolinea il ceo — e siamo partner dei più grandi istituti di credito in Europa».
Achermann non anticipa i numeri dei conti 2018 (il bilancio sarà approvato nell’assemblea dei soci il 18 e 19
aprile prossimi), ma conferma la crescita, «probabilmente nell’ordine del 15 per cento. Un risultato per noi davvero significativo, visto che è il frutto di una crescita al 99% interna». Guardando al futuro, poi, l’amministratore delegato palesa tutto il suo ottimismo: «Banche e assicurazioni sono il nostro mantra. Ci sono ampi margini di crescita nel settore, soprattutto all’estero, in Germania e Inghilterra», conclude.