È l’ultimo test elettorale prima dell’attesissimo voto per le Europee del 26 maggio, quello che darà la diagnosi sullo stato di salute dei partiti e che potrebbe avere effetti anche sul prosieguo della legislatura. Ma le elezioni regionali in Basilicata che si tengono oggi — urne aperte dalle 7 alle 23, spoglio a seguire con proiezioni dalle 24 — hanno comunque un valore a se stante e potrebbero indicare la strada per le prossime alleanze. Perché ancora una volta vedono in pole position la coalizione del centrodestra, che potrebbe portare a casa la sesta presidenza dalle Politiche del 2018 (Trentino, Friuli, Molise, Abruzzo, Sardegna), per un totale di 10 regioni già governate, che diventerebbero 11 contro le attuali 9 del centrosinistra che potrebbe perdere un’altra roccaforte.
Sì perché la Basilicata è terreno di conquista ininterrotta del centrosinistra dal 1995, ma stavolta per il Pd del neo-segretario Zingaretti potrebbe essere difficile evitare il passaggio di consegne. Ci proverà il candidato Carlo Trerotola, in corsa con il peso del fallimento dell’ex presidente Marcello Pittella, travolto dalle inchieste sulla sanità lucana. E molto difficile è anche la sfida per Antonio Mattia, candidato del M5S, partito che alle Politiche fece il pieno di voti in regione così come in tutto il Sud, ma che sta pagando ad ogni tornata elettorale sul piano territoriale problemi di linea, alleanza, peso del governo e ultimamente anche guai giudiziari, come a Roma.
Un’occasione da sfruttare dunque per Vito Bardi, il generale della Guardia di Finanza che Berlusconi ha fortemente voluto alla guida delle sette liste del centrodestra per strappare la regione agli avversari. Una candidatura che il leader azzurro considera forte e sicura, e che è andato a sostenere per ben due volte nelle ultime settimane anche se martedì scorso ha dovuto dare forfait a causa di un intervento d’urgenza per un’ernia inguinale. Nulla di grave e convalescenza già a buon punto, se è vero che la prossima settimana — dopo il voto — dovrebbe incontrare, forse già martedì, Salvini e Meloni (al cui partito hanno appena aderito 35 amministratori locali veneti, in parte provenienti da FI) per decidere sulla prossima tornata elettorale, visto che il 26 maggio si voterà in Piemonte e in molte altre città capoluogo.
Così la sfida della Basilicata diventa un’altra prova del nove per i rapporti nel centrodestra: riuscirà FI a farsi mantenere la promessa dagli alleati di candidare un proprio uomo alla presidenza del Piemonte, o Salvini rivendicherà per sé l’ennesima regione del Nord, quella della Tav? Ai 573 mila elettori della Basilicata è affidata anche questa indicazione