I 35mila euro che apriranno le porte all’indennizzo diretto ai risparmiatori colpiti dai crack bancari saranno riferiti al reddito Irpef 2018 e non all’Isee. Il parametro alternativo sarà quello dei 100mila euro di investimenti in titoli, anche questo riferito al 2018; che si calcolerà, nuovo dato emerso ieri al tavolo, senza includere i titoli bruciati nei default e ora al centro della partita-rimborsi. Nel conto, insomma, entreranno solo i depositi e gli altri investimenti. Esclusi, naturalmente, anche gli immobili. Questi due ampliamenti aiutano a spiegare la stima Mef secondo la quale il 90% dei risparmiatori interessati dovrebbe imboccare la strada del rimborso diretto.
Tre ore di confronto
Le due novità ai parametri per gli indennizzi diretti sono state presentate ieri mattina a Palazzo Chigi al vertice del governo con le associazioni dei risparmiatori. Dove ha vinto ad ampia maggioranza la linea Tria, che passa dai correttivi alla legge di bilancio da inserire nel decreto crescita per blindare il meccanismo ed evitare così contestazioni europee e possibili ricadute di danno erariale sui funzionari.
I prossimi passaggi
Gli emendamenti preparati nei giorni scorsi al ministero dell’Economia (anticipati su questo giornale) saranno certificati dal consiglio dei ministri di oggi pomeriggio. Nel frattempo, le associazioni lavoreranno alle ulteriori proposte integrative al decreto attuativo, che a questo punto dovrebbe essere firmato in settimana dal ministro dell’Economia.
Nemmeno ieri, al tavolo di Palazzo Chigi, sono mancate le resistenze in nome dei “rimborsi automatici a tutti”, che hanno allungato i tempi del confronto, durato quasi tre ore invece dell’oretta messa inizialmente in agenda dal premier Conte. Confronto che si è chiuso con un insolito episodio di democrazia diretta: le nuove norme parcheggiate giovedì scorso dal consiglio dei ministri con il via libera «salvo intese» al decreto crescita hanno ottenuto un voto ad ampia maggioranza delle associazioni, con soli due «no» su quasi 20 sigle presenti al tavolo.
Il doppio binario
Qual è il risultato? Il doppio binario sarà concepito così: la linea veloce, quella dei rimborsi diretti senza esame in commissione tecnica, riguarderà appunto chi nel 2018 ha dichiarato al Fisco un reddito fino a 35mila euro o ha un patrimonio mobiliare fino a 100mila. Sopra questa soglia, l’indennizzo dovrà ottenere il via libera della commissione tecnica di nove membri che sarà nominata con decreto dell’Economia.
Le «tipologie» sopra le soglie
Ma l’esame sarà semplificato dal fatto che il decreto attuativo elencherà una serie di situazioni tipizzate meritevoli di indennizzo. Queste fattispecie, su cui i risparmiatori dovranno presentare entro stasera le loro proposte, saranno basate su due ambiti: quello oggettivo, legato per esempio al fatto che l’investimento sia stato fatto in una banca ora accusata di reati come il falso in bilancio o il falso in prospetto (basterà la richiesta di rinvio a giudizio), e quello soggettivo, per esempio perché il risparmiatore è in condizioni di difficoltà sul piano lavorativo oppure ha più famigliari a carico o ha disabili in famiglia.
Una «guida» alla commissione
La griglia puntuale di questi parametri sarà definita in queste ore, ma l’obiettivo è chiaro. Si punta a costruire un percorso certo anche ai risparmiatori “sopra-soglia”, per due ragioni: tutelare i casi nei quali la presenza di redditi e patrimoni superiori ai tetti non cancella la condizione di difficoltà dei diretti interessati, e quelli in cui la presenza di elementi oggettivi come le illegittimità individuate da magistratura o autorità di vigilanza indicano chiaramente che il risparmiatore è stato colpito da un danno ingiusto. Danno che può essere verificato anche quando i documenti da presentare alla commissione mostreranno per esempio che i titoli sono stati venduti aggirando gli obblighi di trasparenza e correttezza imposti da direttiva Mifid e Testo unico bancario, infilando nel portafoglio dei risparmiatori titoli troppo rischiosi per il loro profilo.
Richieste da maggio
Con questi presupposti potranno partire i rimborsi, che entro il tetto di 100mila euro arriveranno al 30% del costo d’acquisto delle azioni e al 95% di quello delle obbligazioni. Con i tempi decisi ieri, che prevedono i correttivi oggi e il decreto attuativo in settimana, il sottosegretario all’Economia Massimo Bitonci (Lega) comincia a delineare il calendario anche per la partenza operativa degli indennizzi. «Entro la fine di maggio sarà online il portale delle domande per i risparmiatori», che avranno 180 giorni di tempo per raccogliere la documentazione (le banche saranno obbligate a renderla disponibile in 30 giorni) e avviare la procedura.