Saper fare artigiano, dimensione industriale e un pizzico di grande mentalità imprenditoriale: questa è la ricetta vincente di Balocco, che in poco più di 10 anni è riuscita a raddoppiare il suo fatturato, superando quota 190 milioni ed entrando di diritto tra le grandi eccellenze del settore dolciario italiano.
Ma la strada per il successo è stata lunga. La sua storia inizia nel 1927, in una piccola pasticceria di Fossano, vicino Cuneo, aperta da Antonio Balocco. L’azienda passerà da essere una realtà artigianale ad una industriale soltanto negli anni Cinquanta, con l’ingresso del figlio Aldo. Grazie ad uno stabilimento di circa 5000 metri quadrati, e 30 dipendenti, vengono effettuati i primi esperimenti che porteranno alla nascita del Mandorlato Balocco, prodotto di punta che porterà l’azienda a consolidarsi su tutto il mercato italiano.
Se negli anni successivi l’azienda si è consolidata nel segmento dei dolci per le ricorrenze, come panettoni e colombe pasquali, la svolta arriverà nel 2003, quando Alberto e Alessandra, nipoti del fondatore, spingeranno sull’ingresso nel mercato dei frollini da prima colazione. Forte della sua nomea, e di una campagna in grado di comunicare la cura e la passione della famiglia, l’azienda è riuscita ad imporsi gradualmente nel mercato, arrivando a diventare un simbolo del Made in Italy in oltre 70 Paesi.
E nell’anno della crisi pandemica non si è fatta trovare impreparata. Nonostante la forte crisi subita dai dolci per le ricorrenze, le performance dei continuativi (prodotti per la prima colazione) hanno permesso all’azienda di chiudere l’anno con una contrazione del fatturato del solo 5%, a 180 milioni di euro. Ed è proprio sui continuativi che si punterà nel futuro: nel 2020, con un investimento multimilionario, sono state installate nuove linee di produzione e nuove aree di confezionamento, con cui si punterà sia ad espandere la produzione per consolidarsi.