Il futuro di Giovanni Castellucci alla guida di Atlantia sembra aver le ore contate. Il top manager ha chiesto al presidente della capogruppo di Autostrade per l’Italia, Fabio Cerchiai, di convocare per oggi un consiglio di amministrazione straordinario della società quotata a Piazza Affari che ieri ha archiviato un’altra seduta pesantissima in Borsa lasciando sul terreno il 7,84%. I provvedimenti cautelari emessi nei confronti di alti dirigenti delle controllate Autostrade e Spea, che hanno falsificato diversi report sulla tenuta di alcuni viadotti sulla rete in gestione riducendo così i costi di manutenzione, hanno fatto venire meno la fiducia della famiglia Benetton, azionista di riferimento della conglomerata delle infrastrutture con il 30,25% delle quote, che ha chiesto una discontinuità manageriale a tutela della credibilità dell’azienda. I quattro rami della famiglia si sono riuniti ieri a Treviso prendendo parte ad un consiglio fiume sotto la presidenza di Gianni Mion, richiamato in questo ruolo di recente dalla seconda generazione di Ponzano Veneto ora interamente rappresentata nel board di Edizione, la scatola societaria di famiglia, dopo la scomparsa di due dei quattro fondatori: Carlo e Gilberto.
Castellucci rimetterà oggi il mandato nelle mani dei soci ai quali comunicherà le sue ragioni. Trapela la volontà di non essere di intralcio alle scelte dell’azionista di riferimento. Tuttavia Atlantia ha sul mercato circa il 70% delle azioni e nel libro soci figurano diversi investitori istituzionali, come il fondo sovrano di Singapore, la banca Hsbc e la Cassa di risparmio di Torino, dai quali spera di avere l’onore delle armi evidenziando i successi della sua gestione. È chiaro si tratti di una difesa che rischia di non avere effetti concreti. Nel caso dovesse lasciare Castellucci riceverà alcune annualità di buonuscita, il cui importo non è ancora quantificabile perché dipenderà se il passo indietro avverrà per effetto di dimissioni o per sfiducia da parte del consiglio di amministrazione, ipotesi remota. In una prima fase dovrebbe essere lo stesso presidente Cerchiai a prenderne le deleghe.
La vicenda testimonia una svolta anche a Treviso dove i Benetton, con Luciano e Giuliana rimasti gli ultimi due fondatori di Edizione, stanno sperimentando una gestione collegiale tra i quattro rami della famiglia con Christian Benetton (figlio di Carlo), Alessandro (figlio di Luciano), Sabrina (figlia di Gilberto) e Franca Bertagnin Benetton (figlia di Giuliana). La regia di Mion però è soltanto temporanea perché l’attuale consiglio è in scadenza a dicembre contestualmente al suo mandato, ma non è escluso che possa essere prorogato per un altro anno per gestire questa fase convulsa che porta anche all’integrazione con il gestore autostradale Abertis e al possibile investimento nel rilancio di Alitalia come socio importante della cordata.
Questi due dossier sono stati gestiti da Castellucci che nel tempo ha costruito un rapporto solido con Florentino Perez, a capo del colosso delle costruzioni Acs, alleato nell’operazione Abertis. Il timore è che queste due partite possano avere delle ripercussioni. Senza dimenticare il rischio di revoca della concessione ad Autostrade che l’inchiesta della procura di Genova, costola di quella per il viadotto Morandi, potrebbe avvalorare giuridicamente senza dover riconoscere per forza un maxi-indennizzo al gestore per un’eventuale disdetta anticipata.