Le macchine, d’accordo. Che però devono anche essere connesse. Alla corsa dei macchinari e dei robot, rilanciati dal piano Industria 4.0 (ora Impresa 4.0), si è affiancato lo scatto dei fornitori di automazione, comparto che in termini di fatturato raggiunge così il nuovo massimo storico. Nel 2017 le aziende che sviluppano applicazioni e apparati dedicati all’upgrade dei processi manifatturieri hanno infatti incrementato i ricavi di quasi 12 punti (+11,6%), arrivando a ridosso dei 4,8 miliardi di euro. L’export (+6,8%) non ha deluso ma nelle elaborazioni di Anie, Federazione nazionale delle imprese elettrotecniche ed elettroniche, la spinta maggiore è arrivata dal mercato interno, lievitato del 13,2%, più del triplo rispetto all’anno precedente, con 3-4 punti percentuali legati agli incentivi.
«Ho sempre pensato che il 2017 sarebbe stato un anno positivo – spiega il presidente di Anie Giuliano Busetto – ma forse siamo andati anche oltre le attese. Ogni impresa, secondo necessità, ha valutato le opzioni approfittando del piano di incentivazione, i cui effetti non sono affatto terminati». Risultati che si riverberano anche sul 2018, periodo in cui si scarica l’onda lunga delle commesse di robot, torni e centri di lavoro piazzate dalle aziende lo scorso anno. E che produce a cascata attività aggiuntiva sia per i costruttori di “hardware” che per i fornitori di automazione. Comparto che non a caso nei primi tre mesi dell’anno vede in Italia un altro periodo di crescita robusta.
«Dopo un buon inizio d’anno e il parziale rallentamento di marzo, aprile è andato ancora bene – aggiunge Busetto – e credo che anche il 2018 per l’automazione si chiuderà con un aumento a doppia cifra. Sono convinto che molti imprenditori, una volta sostituiti i macchinari come passo iniziale, ora inizino a ragionare sulla fase due: la connessione dell’intera fabbrica e la digitalizzazione dei processi».
Osservando i dati Anie Automazione è evidente l’impennata di tutti quei segmenti di business legati direttamente alla produzione e gestione di masse crescenti di dati, più in generale alla costruzione di una fabbrica “smart”. Così, gli apparati di networking industriale (le reti) crescono del 25,8%, le attività classificate alla voce wireless factory del 29,5%, i sistemi Rfid per la tracciabilità logistica di oltre 25 punti. «Vedere questi numeri – spiega Busetto- ora pare quasi normale ma ricordiamoci da dove veniamo. Ecco perché io spero che il prossimo governo mantenga e renda strutturali le misure di beneficio fiscale per le imprese che investono, come Anie chiede da tempo. È un piano che ha consentito al manifatturiero italiano di ripartire e tornare competitivo. Ma certo non bastano un paio d’anni per risollevare integralmente le industrie italiane e riprendere ad allargare il gap positivo rispetto a Francia, Spagna e Regno Unito».
Le imprese chiedono dunque più tempo, un orizzonte di medio-lungo termine per impostare gli investimenti all’interno di un quadro internazionale e interno ancora nebuloso. «L’incertezza politica certamente non aiuta a prendere decisioni di investimento – aggiunge Busetto – così come le guerre commerciali che si profilano all’orizzonte non rasserenano gli animi. Ecco perché speriamo che le riforme che hanno funzionato, come Industria 4.0, non vengano smontate».
L’interesse delle aziende per le nuove opportunità fiscali è testimoniato dall’utilizzo dello sportello Industria 4.0 che Anie ha messo a disposizione dei propri associati: le visualizzazioni sono state più di 3mila con oltre 250 richieste di consulenza allo sportello. E un altro effetto collaterale delle misure di incentivazione è nel numero dei posti di lavoro, visto in crescita in particolare per i profili tecnici più sofisticati. «Noi stessi , nelle divisioni industriali di Siemens – aggiunge Busetto – in tre anni abbiamo assunto più di 130 persone con profili dedicati al manifatturiero. E al momento abbiamo una cinquantina di posizioni aperte, personale che fatichiamo a trovare, come capita del resto a molte altre aziende del settore. E per questo, nel mio ruolo di Presidente Anie, sono in contatto con università e scuole tecniche per aumentare l’offerta di specialisti dedicati all’industria».