Il futuro delle auto è sempre più green, sempre più elettrico. E lo sa bene Audio Ohm, società nata in provincia di Lodi nel 1983 che ha deciso di ritagliarsi la propria parte in un business apparentemente di nicchia. L’avverbio è d’obbligo visto che in oltre 30 anni di storia l’azienda fondata da Bruno Betti e Caterina Tonani, marito e moglie, è riuscita ad accreditarsi tra i leader del settore, con il 100% della propria produzione esportata per marchi come Audi, Volkswagen, Mercedes Benz e Porsche. Il business è legato alla produzione di componenti elettriche perle auto: fusibili e prodotti studiati e brevettati per la protezione dell’impianto elettrico, tutti fabbricati a Maiocca di Codogno, nel lodigiano. «Orientarci fuori dal mercato italiano,in particolare verso quello tedesco, è stata una scelta quasi obbligata — racconta Bruno Betti, fondatore e amministratore delegato—. Il mercato italiano agli inizi non ci ha capiti. Ci ha sempre rinfacciato le dimensioni ridotte della nostre impresa». Anche oggi del resto.
«In Audio Ohm lavorano 70 persone—racconta Simona Betti, figlia di Bruno e Caterina, socia assieme al fratello Sante dell’azienda — e il capitale resta ancora saldamente nelle mani della famiglia». Una filosofia che ha da sempre escluso l’apertura al mercato. «Quotarci non è mai stata una nostra priorità», conferma Simona Betti. Ma le dimensioni non hanno mai spaventato le case automobilistiche tedesche che da 1996 sono diventati i principali clienti dell’azienda («hanno sempre creduto in noi, spiega Bruno Betti») e con cui AudioOhm ha registrato 15 brevetti (l’ultimo poche settimane fa).Al punto che Audi ha in progetto di affidare proprio a Audio Ohm la produzione della componentistica elettrica per le nuove vetture green. «Abbiamo fornito un primo impianto negli anni ‘90, poi a cascata sono arrivati gli altri contratti che ci hanno sempre garantito fatturato in crescita. Siamo passati da una produzione di 200mila pezzi al mese agli attuali 2,5 milioni», puntualizza Bruno Betti.
La solidità del business ha permesso a Audio Ohm di superare la crisi senza particolari ripercussioni, anche grazie alla diversificazione dei mercati in cui esportano i loro prodotti, tra cui Nord Africa e Cina, per le case automobilistiche tedesche, tra cui Audi che produce in Cina le auto per il mercato cinese. Volàno di crescita è sempre stata la ricerca e l’innovazione per arrivare a produrre prodotti di nicchia costantemente all’avanguardia. «Cerchiamo di dare un valore aggiunto alla nostra produzione», racconta Simona Betti che aggiunge: «Alla ricerca e sviluppo ogni anno destiniamo circa un milione di euro»per un settore che si conferma in costante crescita a cambiamento. Fermo restando i forti limiti che la burocrazia italiana oppone quotidianamente. Un esempio: l’impossibilità di ampliare i capannoni, per alcuni cavilli burocratici legati all’amministrazione comunale.
*L’Economia, 16 marzo 2018