Atlantia va verso l’esercizio dell’opzione per acquistare una quota considerevole di Cellnex. Sul tavolo ci sono due possibili soluzioni: rilevare il 29,9% della società delle torri oppure spingersi fino al 34,4%. A seconda di quale sarà il percorso prescelto, Atlantia potrebbe decidere di muoversi da sola oppure di chiamare in causa anche altri soggetti interessati al settore infrastrutturale.
È bene ricordare che Cellnex, oggi controllata al 34,4% da Abertis, trae origine proprio dal gruppo guidato da Giovanni Castellucci che diversi anni fa ha venduto alla società spagnola Towerco per 100 milioni. Attorno a quell’azienda la holding iberica, a suon di acquisizioni, ha costruito un colosso che oggi vale in Borsa oltre 5 miliardi di euro e conta circa 27 mila siti di torri di trasmissione. Nel 2014 ne aveva appena 7 mila e la Spagna rappresentava il 95% del business, il resto era Italia. Oggi, invece, la penisola iberica produce il 40% dell’ebitda che ha ormai raggiunto i 355 milioni (con un tasso di crescita del 25% dal 2015), mentre l’Italia pesa per il 20%.
Verso il 29,9%
Nel quadro dell’alleanza tra Atlantia e Acs-Hochtief, che ha consegnato il gruppo Abertis alla cordata italo-spagnola, la holding italiana ha spuntato una doppia opzione per acquistare Cellnex. Tale opzione scade venerdì 23 marzo e il vertice della compagnia, in un board che si terrà direttamente a ridosso del termine, dovrà decidere il da farsi. L’operazione ad ogni modo sarà completata a valle dell’Opa Abertis e a patto che questa vada in porto.
In quest’ottica, secondo fonti qualificate, al momento appare molto più probabile che il gruppo decida di impegnarsi per il 29,9% della compagnia tlc. Questo perché, altrimenti, Atlantia sarebbe costretta a lanciare un’Opa sul capitale restante di Cellnex. Giovanni Castellucci, non a caso, nel corso di una recente conference call con gli analisti per spiegare l’operazione Abertis nel suo complesso, ha sottolineato che la holding infrastrutturale ha le forze per acquistare il 29,9% della società, stante che ai prezzi stabiliti quel pacchetto verrebbe pagato attorno a 1,6 miliardi di euro. Di fatto vorrebbe dire assicurarsi una quota rilevante dell’azienda delle torri senza appesantire ulteriormente la struttura finanziaria di Atlantia già in tensione per la maxi alleanza con Acs-Hochtief. Peraltro, proprie le difficoltà politiche incontrate dalla holding in questi ultimi mesi per chiudere positivamente la scalata spagnola, sembrano suggerire cautela sul dossier tlc. Ecco perché, si spiega, appare più sensato compiere un primo passo e conquistare potenzialmente il 29,9% di Cellnex e rimandare a un futuro prossimo valutazioni più approfondite anche in merito al possibile consolidamento dell’asset che comunque si porta dietro una mole di debito consistente (2,2 miliardi l’esposizione netta a fine 2017, pari a 5,5 volte il margine operativo lordo).
Un altro aspetto ancora oggetto di valutazione sarebbe il coinvolgimento diretto o meno della stessa Edizione, cui fa capo il controllo di Atlantia. È noto che al vertice della cassaforte dei Benetton, da oltre un anno, siede Marco Patuano, manager con una lunga esperienza nelle telecomunicazioni avendo guidato in passato Telecom Italia. Lo stesso manager, ancora la scorsa estate, ha apertamente dichiarato di vedere grandi potenzialità in un asset come Cellnex. Da qui l’impressione che possa esserci un coinvolgimento, in che misura e a che livello è tutto da stabilire, di Edizione e dello stesso Patuano.
L’ipotesi cordata
Come detto, esiste anche la possibilità che Atlantia decida di rilevare il 34,4% Cellnex. Se lo facesse, però, sarebbe obbligata a lanciare un’Opa sull’intero capitale della società per un esborso vicino ai 5,3 miliardi.Impegno importante che, secondo alcune fonti, difficilmente la holding italiana potrebbe sostenere da sola. Ecco perché, in questa ipotesi, negli ambienti finanziari si ritiene che la compagnia possa essere affiancata da altri partner, tra cui dei fondi infrastrutturali. Si tratta ad ogni modo di uno scenario prematuro. Intanto perché i tempi sono stretti. E poi perché sembra avere più senso per il gruppo Atlantia assicurarsi in prima battuta il 29,9% di Cellnex e, solo in un secondo tempo, procedere a un eventuale crescita nell’asset.