Fatti, iniziative concrete, accertamento della verità e delle responsabilità. «Come azionisti di riferimento faremo tutto ciò che è in nostro potere». La famiglia Benetton si prepara al confronto sulla tragedia di Genova con l’amministratore delegato Giovanni Castellucci e il management di Atlantia-Autostrade della quale, attraverso le holding Edizione e Sintonia, è azionista di riferimento al 30,25%. Il consiglio di amministrazione straordinario è convocato per martedì prossimo, 22 agosto.
Nell’attesa, ci sono tre interminabili giornate di Borsa aperta dove sul titolo è scatenata la furia degli investitori e pende la scure di S&P che ieri ha annunciato il «watch negative», la candidatura al taglio del rating.
Atlantia, la controllante di Autostrade, ha perso ieri un altro 22%, portando a 5 miliardi la capitalizzazione «erosa» nelle ultime due sedute. È sceso a circa 15 miliardi il valore di Borsa del concessionario italiano con 6 miliardi di ricavi, 3,6 miliardi di margine operativo e 2,54 miliardi di cassa. Con l’acquisizione (già conclusa) della spagnola Abertis la proiezione è quella da leader mondiale di settore.
Anche se nelle sale operative la revoca della concessione minacciata dal governo viene considerata di dubbia percorribilità, preoccupa l’incertezza sul quadro regolatorio. Piazza Affari si interroga, poi, sulla modalità di gestione della crisi da parte della stessa Autostrade. Oltre ai Benetton e ad alcuni grandi nomi della finanza mondiale (come il fondo sovrano di Singapore con l’8% o il colosso bancario Hsbc con il 5%), Atlantia conta su un flottante del 45% e su una quota rilevante di piccoli investitori. I quali pagano, in compagnia di tanti risparmiatori italiani, anche il prezzo del ribasso dell’intero listino (-1,8% in una giornata positiva nel resto d’Europa) e dell’allargarsi a quasi 290 punti dello spread tra i Btp e i tedeschi Bund.
A due giorni dallo choc di Genova, Gilberto Benetton, da sempre a capo di Edizione, con il resto della famiglia ha espresso «profondo cordoglio alle famiglie delle vittime e la propria vicinanza ai feriti e a tutti coloro che sono stati coinvolti nel tragico crollo». Edizione «farà tutto ciò che è in suo potere per favorire l’accertamento della verità e delle responsabilità dell’accaduto» e ricorda che negli ultimi 10 anni, sono stati investiti «oltre 10 miliardi di euro nell’ampliamento e ammodernamento della rete autostradale italiana». A Ponzano, dove sono state smentite le voci (che continuano tuttavia a circolare) di dimissioni del vertice di Autostrade, vengono riconosciuti errori e ritardi nella comunicazione e vengono fornite rassicurazioni. Sul tavolo del consiglio e dell’amministratore delegato Castellucci, 59 anni, marchigiano, manager succeduto nel 2006 a Vito Gamberale, c’è il futuro stesso di Autostrade, dopo la catastrofe del crollo del Viadotto.
Anche l’accresciuta leva finanziaria sull’acquisizione di Abertis diventa oggi un elemento non secondario di fragilità. L’operazione con il sapore della «rivincita» — 12 anni fa Abertis tentò di acquisire le Autostrade italiane — porta Atlantia al 50% più un’azione della holding Acs del patron del Real Madrid Florentino Perez (-1,9% ieri alla Borsa di Madrid) attraverso la controllata tedesca di quest’ultima Hochtief (-4,9% a Francoforte).