La cantina Astoria sorge tra i colli del Conegliano Valdobbiadene, terra di grande tradizione vinicola. Nasce nel 1987, quando i fratelli Paolo e Giorgio Polegato decidono di unire la passione di famiglia per la viticoltura agli appezzamenti terrieri di loro proprietà. Negli anni si è distinta per la sua capacità di raccontare la tradizione del Prosecco, e del vino in generale, tramite la modernità e l’innovazione, portandola a diventare uno dei marchi di riferimento per il mondo della ristorazione e a raggiungere, nel 2019, un giro d’affari da 52,7 milioni di euro, di cui circa il 40% realizzato all’estero, con un tasso composto di crescita annuale (CAGR), tra il 2013 e il 2019, dell’8,54%.
E se nell’anno della crisi pandemica la crescita che ha contraddistinto Astoria negli anni si è interrotta, i risultati raggiunti non possono che essere considerati positivamente, nell’ottica del contesto: secondo le stime, infatti, nel 2020 il mondo del vino ha subito un calo del circa 15%, con il settore delle bollicine come il più colpito. Giorgio Polegato, Presidente di Astoria, dichiara: “Già ad ottobre eravamo riusciti a recuperare le perdite causate dal lockdown. Questo perché da maggio in poi abbiamo registrato un’esplosione degli ordini che nemmeno ci aspettavamo, i nostri clienti ci hanno premiato. Tuttavia, le chiusure di Natale e Capodanno hanno frenato la nostra ripresa”. Nel complesso, le stime danno i ricavi in calo del 10% circa, a 47,2 milioni.
Tuttavia, se i ricavi hanno registrato una flessione, la ripresa del canale della ristorazione, caratterizzato da elevate marginalità, ha permesso al margine operativo lordo (Ebitda) di portarsi a 7,1 milioni, per un’incidenza sui ricavi addirittura superiore rispetto al 2019. L’utile netto è andato di pari passo, attestandosi a 4,33 milioni. Questi, insieme alla posizione finanziaria del gruppo che si porta ad un netto di 7,88 milioni, qualificano nuovamente Astoria come una delle nostre aziende Champions.
Quanto al 2021, la speranza di Polegato è quella di poter tornare a ritmi più “sostenuti”. Sicuramente una buona speranza arriva dagli ottimi risultati del Prosecco Rosé “Velére”, la novità proposta da Astoria verso la fine del 2020. “Ci abbiamo sempre creduto, il riscontro è stato da subito molto positivo. Ci sono mercati con grandi margini di crescita, soprattutto all’estero, ed è la possibilità per trainare il Rosé in Italia, dove i consumi di questa categoria di vino sono sempre stati bassi, almeno rispetto ad altri Paesi come Francia o Inghilterra”.