“Nello spiegare il rapporto tra uomo e macchina oggi si ricorre spesso al termine sostituzione laddove è la realtà stessa a comprovare che viviamo, piuttosto, nell’epoca della convivenza. Insomma, il futuro pronosticato da Blade runner è ancora piuttosto lontano”.
Tocca riportare alla memoria il film cult degli anni ottanta, dove gli esseri umani erano rimpiazzati da efficienti replicanti, per chiarire quale sia il ruolo della tecnologia nel ventunesimo secolo: essere al servizio delle persone. “E’ ancora troppo diffusa la paura che l’automazione prenda il sopravvento, eliminando posti di lavoro e rendendo superflue molte figure professionali. Non funziona così: la scienza serve a potenziare le possibilità dell’uomo. Per questo a Trieste quest’anno parliamo di un’intelligenza aumentata, e non artificiale”.
Antonio Maconi, direttore di Trieste Next, parla del filo conduttore dell’ottava edizione del festival italiano dedicato alla ricerca scientifica, promosso da Comune di Trieste, ItalyPost, Area Science Park, Sissa, Istituto nazionale di oceanografia e di geofisica sperimentale OGS e Immaginario Scientifico e Intesa San Paolo come main partner.
“Big Data, Deep Science. Il futuro della ricerca dell’uomo nell’epoca dell’intelligenza aumentata” è il titolo che fa sintesi dei contenuti che hanno riempito in questi giorni gli spazi della città – Piazza Unità d’Italia, Hotel Savoia Excelsior, Teatro Miela, Salone di rappresentanza della regione Friuli Venezia Giulia e Museo Revoltella – in occasione della manifestazione, giunta all’ottavo anno fregiandosi della nomina di evento di riferimento nazionale per la divulgazione scientifica da parte della Commissione Europea.
“Fondamentale, nella scelta del tema del festival, è il legame con l’attualità – entra nel dettaglio Maconi – oggi sappiamo che ogni nostra ricerca sul web e ogni volta che una macchina di uso comune o un apparecchio industriale si muovono, viene prodotta una miniera inestimabile di informazioni, i big data, che però servono a poco se non si può estrarne un significato. La crescente importanza di questi dati nella ricerca scientifica ha portato all’emergere di nuovi approcci, come la deep science, che collega e integra la creazione di strumenti come l’intelligenza aumentata, la sola in grado di interpretare le enormi quantità di informazione che la moderna tecnologia rende disponibili”.
Su queste considerazioni è stato costruito il programma dell’edizione 2019 che ha richiamato a Trieste protagonisti di ambiti di ricerca trasversali, dalla salute al clima, passando per le neuro scienze e l’applicazione nel campo industriale.
“L’obiettivo di Trieste Next è favorire il dialogo tra ricerca e impresa – continua il direttore – per questo tra gli ospiti figurano importanti imprenditori, tra cui lo Steve Jobs d’Italia, Federico Faggin, fisico e inventore del primo microprocessore commerciale al mondo, Fabrizio Renzi, direttore della ricerca di IBM Italia e Mrco Landi, ex presidente di Apple”. Ma questa edizione si caratterizza anche per i tanti relatori internazionali, come Marc Mézard, direttore della Scuola Normale Superiore di Parigi e massimo esperto di big data, e Peter Wadhams, docente di Fisica degli oceani dell’Università di Cambridge, tra i primi ricercatori a lanciare l’allarme sullo scioglimenti dei ghiacciai del Polo Nord già trent’anni fa.
Anche quest’anno Trieste Next rinnova la partnership di lungo corso con la Fondazione Italiana per Ricerca sul Cancro (AIRC) che domenica 29 vedrà presentare le ricerche più innovative in campo oncologico. E ritorna, al centro della manifestazione, in Piazza Unità d’Italia, anche il Villaggio Trieste Città della Conoscenza, che ospita la tensostruttura dove, durante tutti i giorni della manifestazione, si sono tenuti laboratori ed esperimenti scientifici, per tutte le età.
*Corriere Imprese Nordest, 9 settembre 2019