Da Pontida la Lega si è “trasferita” a Roma. Certo, il “rito nordista” si celebra ancora. Ma la vera capitale della Lega coincide da tempo con la capitale italiana. Dove la Lega, sabato scorso, ha radunato i suoi fedeli. I suoi militanti. Accorsi in massa, a piazza San Giovanni. Per celebrare una Lega diversa dal passato. Quando Roma era “ladrona”. Simbolo di un Paese “altro.” Estraneo all’identità nordista. L’opposto di oggi. Perché a Piazza San Giovanni si è celebrato il rito di un duplice passaggio. Già avviato, da tempo.
La Lega, in primo luogo, è ormai divenuta “Nazionale”. Di più: il Partito della Sovranità Nazionale. Il Tricolore, esposto dovunque. Perché la missione, gridata, più che dichiarata, dalla Piazza e dal Palco è: «Prima gli italiani». Tutti gli altri, dunque, vengono dopo. Anzi, se ne stiano lontani. Gli immigrati, soprattutto. Ma «Prima gli italiani», significa anche “lontani dall’Europa”. E da chi la governa. Perché la Capitale è Roma. Non Bruxelles e Strasburgo. O, peggio ancora: Berlino e Parigi. La Lega, d’altronde, è divenuta Nazionale anche sul piano elettorale. Da tempo, ormai, è il primo partito, in Italia. I suoi consensi sono cresciuti dovunque. Da Nord a Sud, passando per il Centro. Come è emerso alle elezioni Europee. E se la marcia dell’ultimo anno e mezzo è stata rallentata dalle dimissioni di Salvini, alla vigilia di Ferragosto, non si è, tuttavia, fermata. I sondaggi elettorali recenti, compreso quello di Demos, pubblicato su Repubblica, vedono la Lega largamente in testa. Attestata oltre il 30%. Con largo distacco sugli altri. Il Pd e gli alleati di ieri, il M5s, 10 punti più indietro.
In piazza San Giovanni, in secondo luogo, è proseguita la costruzione del Condominio della Destra Italiana. Dove convergono partiti e soggetti politici diversi. Ma collocati, comunque, a Destra. I Fratelli d’Italia guidati da Giorgia Meloni. Insieme a Forza Italia e a Silvio Berlusconi. Ma anche CasaPound. Che ha sempre occupato i locali “estremi”, del condominio. Anche i suoi militanti si sono recati a San Giovanni. A manifestare. Con i FdI e FI. Nella piazza affollata dai leghisti. Oggi, il vero riferimento dell’area.
Mentre Forza Italia, il partito personale di Silvio Berlusconi, appare in caduta libera. Trascinato dal leader. Anche così si spiega la presenza di Berlusconi alla manifestazione che inaugura la “Destra di Salvini”. Difficile da riassumere con una sigla. Perché Ds evoca un soggetto politico diverso. Passato… D’altra parte, la Lega di Salvini è rimasta l’unico soggetto politico in grado di recitare lo spettacolo della paura e dell’insicurezza. Con successo. Protagonista: il Capo, che è appena andato in Tv. Nella trasmissione più “efficace” per rivolgersi ai settori di pubblico più diversi. Porta a Porta. Dove, alla vigilia delle Europee del 2014, si recò anche Beppe Grillo. Con scarsa fortuna… Matteo Salvini, la scorsa settimana, davanti a Bruno Vespa, si è confrontato con Matteo Renzi. A sua volta, in cerca di un ruolo da protagonista della scena.
Insieme alla sua nuova compagnia. Italia Viva. Renzi, nei giorni scorsi, si è, anch’egli, esibito nel Teatro di casa. La Leopolda. Con successo di pubblico. Naturalmente, meno numeroso di quello presente in Piazza San Giovanni. Salvini, a differenza di Renzi, ma anche del M5s e di Berlusconi, è in grado di occupare il centro della scena “mediatica”. In Tivù. Ma anche della comunicazione “im-mediata”, definita dalla Rete e dal digitale. Senza bisogno di “piattaforme”.
Salvini, peraltro, è attivo sul territorio. Ogni giorno una piazza e una città. Diversa. Mentre gli altri hanno dimenticato il mestiere dei “partiti”. Anche quando fa parte della loro biografia. Naturalmente, come si è detto, la capacità di attrazione della Lega di Salvini dipende, anzitutto, dalla capacità di orientare il clima d’opinione. Di intercettare le paure. E la sfiducia. Fra chi esprime livelli elevati di insicurezza “globale”, paura della criminalità e sfiducia nella Ue, infatti, le intenzioni di voto verso la Lega crescono sensibilmente. Lo stesso avviene per FdI.
L’Osservatorio Europeo sulla Sicurezza (di Demos Fondazione Unipolis) lo mostra con chiarezza. Così, la Dis, la Destra Italiana di Salvini, oggi, marcia unita, intorno al Capo, verso le prossime sfide elettorali. Che coinvolgono Regioni storicamente di Sinistra. Per prima l’Umbria. E riesce a mobilitare l’attenzione e l’opinione pubblica. Perché agisce da “imprenditore politico della paura”. Ma anche perché sta nelle “piazze”. Mediatiche. Digitali. Si muove nelle città e nelle periferie. Salvini. Per sfidarlo e batterlo, i suoi avversari, il M5s e, soprattutto, il Pd, non possono limitarsi a sperare che si faccia, nuovamente, male da solo. Devono, piuttosto, procedere oltre i media e il digitale. Restituire fiducia verso gli altri. Fiducia nella fiducia. Tornare sul territorio e nella società. Insomma, devono costruire qualcosa che assomigli ai partiti di una volta…