Dire che sia stata raggiunta un’intesa è troppo, visto che Lega e M5S interpretano la giornata in modo diametralmente opposto. E, archiviata momentaneamente la Tav, aprono nuovi fronti, a cominciare dall’Olimpiade. Ma la fase più acuta della crisi sulla Tav è passata, con il consiglio di amministrazione della Telt che ieri mattina ha dato il via libera ai bandi per la Torino-Lione. Con un doppio risultato: salvaguardare i 300 milioni di fondi europei, che si rischiava di perdere, e rispettare le forze contrapposte al governo, con un via libera nel quale si esplicita la facoltà di interrompere «senza obblighi e senza oneri la procedura in ogni sua fase».
Un provvedimento che è solo l’avvio di un percorso e che a un certo punto si troverà a un bivio: finire su un binario morto, come vorrebbero i 5 Stelle (ieri lo hanno ripetuto Danilo Toninelli, Manlio Di Stefano e Barbara Lezzi); oppure arrivare a tutta velocità fino a Lione, come vorrebbe la Lega. La perizia semantica e leguleia del premier ha sbloccato l’impasse, ma non ha sciolto le tensioni. E così se Salvini spiega che la Telt ha fatto una scelta «chiara», facendo partire «i bandi», dai 5 Stelle gli rispondono con ironia: «Dal comunicato della Telt appare evidente che i bandi sono stati rinviati. Ma se la Lega vuole che diciamo che i bandi sono partiti, lo facciamo. Se li fa stare meglio ok, basta che chiudiamo questa farsa».
Non la chiama «farsa», Giuseppe Conte, ma ha una gran fretta di lasciarsi alle spalle quella che definisce «un’ossessione»: «Io ho un problema più grande: la ripresa dell’Italia, lanciare il sistema delle infrastrutture». Ma il respiro di sollievo sarà momentaneo. Perché ora il premier dovrà trattare con Francia ed Europa: «Ho già preso contatti con il presidente della Commissione europea Juncker e con il presidente Macron, che vedrò a Bruxelles al Consiglio europeo di fine marzo», spiega Conte. Il ministro dei trasporti francese Élisabeth Borne si mostra accomodante: «Bene il via libera, siamo disponibili a una discussione tra i partner». Il commissario Ue Pierre Moscovici meno: «È un errore dire che questo progetto è negativo». Preoccupata anche Confindustria, che lancia una campagna contro le fake news. E attacca, con il presidente Vincenzo Boccia: «Conte parla di pressioni opache? Faccia i nomi in Procura. L’analisi costi-benefici non ha considerato i 50 mila posti di lavoro che si perderebbero».
Dopo il via libera alla Tav, con freno a mano inserito, è già corsa ad accaparrarsi la primogenitura dell’accelerata sulle infrastrutture. Conte ci lavora da tempo e annuncia: «Non c’è solo la Tav: sblocco subito la statale Agrigento-Caltanissetta». Sulla rete si ironizza, con Osho: «Da Caltanissetta partirà ogni ora un pullman per Lione». E Salvini incalza, non senza suscitare qualche fastidio: «Ci sono 300 opere da sbloccare». Ma c’è anche un grande evento, che i 5 Stelle hanno sempre considerato una potenziale sentina di malaffare e di corruzione e che la Lega vuole con forza. Come dice Salvini: «Noi teniamo tantissimo a che l’Italia conquisti i Giochi invernali del 2026. Ci sarebbe un ritorno economico vero, senza analisi costi-benefici, di almeno un miliardo». Il vicepremier usa i fondi dati al torneo di tennis di Torino (dopo richiesta polemica del sindaco Appendino) per forzare la mano: «Qualcuno diceva che non bisognava usare i fondi pubblici per iniziative sportive private. I fondi a Torino valgono come precedente. Il Consiglio dei ministri stanzierà i soldi per l’Olimpiade. O qualcosa vale per tutti o non vale per nessuno». Ma fonti 5 Stelle già mettono il veto: «Giochi? Non se ne parla»