Se negli Stati Uniti il Pil continua a salire (+0,5%) e il tasso di disoccupazione a calare (3,8%), nell’area euro la crescita economica invece rallenta. Nella sua nota mensile, l’Istat registra una decelerazione del suo ritmo di crescita con un +0,4% (stima preliminare rispetto allo 0,7% del trimestre precedente) con una moneta che nel mese di maggio si è deprezzata del 3,8% rispetto ad aprile, per la terza volta consecutiva.
E l’andamento del Pil italiano conferma il rallentamento europeo (da cui però va esclusa la Spagna che mantiene un ritmo di crescita costante con +0,7%). Nel primo trimestre 2018, il prodotto interno lordo italiano è cresciuto dello 0,3% (nel trimestre precedente era 0,4%), ma solo grazie ai consumi finali nazionali (+0,3%) e alla variazione delle scorte e agli oggetti di valore (+0,7%), perché invece sia gli investimenti sia la domanda estera hanno segnato un calo (-o,2% e -0,4%), tanto da far temere per il futuro.
L’Istat parla di «tendenze incerte» e prevede «per i prossimi mesi una fase di rallentamento dei ritmi produttivi». La fiducia dei consumatori «ha segnato una forte flessione, alimentata dal marcato peggioramento dei giudizi e dalle attese sulla situazione economica del Paese». Ecco quindi che i dati del commercio al dettaglio nel mese di aprile indicano una frenata nei consumi, scesi dello 0,7% rispetto al mese precedente, ma del 4,6% rispetto al 2017, meno 7,3% solo per il settore alimentare. E se il mercato del lavoro registra un +0,3% dell’occupazione, si tratta pur sempre di dipendenti a tempo determinato, quindi con lavori precari, e soprattutto nella fascia 15-24 anni.
L’industria è quella che preoccupa perché sta soffrendo di più: meno 2% per gli ordinativi nei primi tre mesi dell’anno, «segnali di indebolimento» li definisce l’Istat. Ma anche le esportazioni extra Ue sono calate, -0,9% a maggio rispetto ad aprile. Meglio il settore dei servizi, con il suo +0,3%. Ma i prezzi salgono (+0,6% rispetto ad aprile), portando l’inflazione a + 1,1%.
Ecco allora l’auspicio del Fondo monetario internazionale, «fiducioso» che il nuovo governo italiano «porterà avanti politiche in grado di preservare la stabilità dei conti pubblici, nell’interesse del Paese». E il portavoce Fmi Gerry Rice sottolinea «l’importanza di salvaguardare le finanze pubbliche e costruire sulle riforme già fatte».