Cinque mesi per riportare Alitalia in equilibrio. La compagnia guidata dal commissario Giuseppe Leogrande imbarca da oggi un direttore generale: si tratta di Giancarlo Zeni, ex amministratore delegato di Blue Panorama. Il duo avrà cinque mesi di tempo per stilare un agile piano industriale, rimettere in ordine i conti e ripartire da un’azienda che oggi può contare sui pochi spicci rimasti in cassa e sui 400 milioni di prestito elargiti dal governo.
Ieri il commissario, durante un’audizione in Parlamento, ha fatto per la prima volta il punto della situazione. Il dg Zeni, ha spiegato, riceverà un compenso di 250 mila euro l’anno lordi che corrisponde «esattamente a quello percepito in Blue Panorama». Leogrande ha aggiunto che «all’interno dell’azienda oggi ci sono figure con retribuzioni superiori». Il che potrebbe presagire, in particolare, ad un taglio netto degli stipendi del management del vettore romano.
Intanto, i tre precedenti amministratori — spiegano alcune fonti — stanno per andare all’incasso: a breve dovrebbe alzarsi il velo sul compenso, che sarebbe «da record» anche se legittimo, visto che è regolato dalle norme fallimentari. Non va però dimenticato che secondo l’attuale commissario, Alitalia ha bruciato 300 milioni di cassa all’anno dall’inizio della amministrazione straordinaria iniziata nel maggio 2017.
Ma quale sarà il percorso di rilancio della compagnia e quali le possibili soluzioni alla crisi? Le strade percorribili sono due secondo Leogrande: «Lo sviluppo naturale della procedura è la cessione a terzi. E se si riproponesse una cordata con un’offerta la valuteremo. Mentre l’alternativa — ha aggiunto — è il conferimento di una newco». Ovvero la trasformazione dell’attuale Alitalia in una nuova società. «Il 31 maggio è un termine essenziale, entro il quale dobbiamo modificare il programma » ha ribadito l’amministratore straordinario che in questo modo va incontro all’invito del governo e della ministra dei Trasporti De Micheli. Per le prossime settimane il commissario, in attesa di avere in mano tutta la documentazione su Alitalia, che pare sia rimasta nelle mani dei vecchi amministratori, ha in programma una serie di incontri con Delta-Air France e Lufthansa, compagnie che nei mesi scorsi hanno mostrato interesse nel dossier.
Prima della relazione di Leogrande, i parlamentari hanno ascoltato la posizione di Lufthansa. La compagnia è sempre interessata al vettore di Fiumicino ma in maniera troppo morbida, secondo Leogrande che giudica così l’interessamento dei tedeschi per Alitalia: «Lufthansa? A noi pare “fredda” sul dossier e non sembra disposta a prendere parte ad una cordata».
Il numero uno di Air Dolomiti, Joerg Eberhart, è l’emissario di Lufthansa in Italia. Durante l’audizione in Parlamento ha ribadito l’interesse ad una partnership commerciale con Alitalia «valutata in 100 milioni annui di ricavi». Per Eberhart è però inevitabile passare per una «ristrutturazione ». Che in ogni caso non potrà proseguire in solitudine il suo percorso «in uno scenario di aggregazione come quello europeo». Per i piloti di Anp l’ingresso di Zeni in Alitalia è «positivo» mentre Cgil, Cisl, Uil chiedono un incontro alla De Micheli e a Leogrande oltre alla « tutela del personale e dell’integrità aziendale».