A certificare la fine del consorzio che avrebbe dovuto salvare Alitalia è Stefano Patuanelli. Poco dopo le 10 del mattino, il ministro dello Sviluppo economico prende atto che il percorso per assegnare un nuovo destino all’ex compagnia di bandiera è su un binario morto, durante l’audizione in commissione Industria al Senato ammette: «Al momento una soluzione di mercato non c’è. Stiamo valutando diverse opzioni con attenzione». Con tanto di specifica che è ormai inutile prorogare il progetto coordinato da Ferrovie dello Stato a fianco di Delta Airlines, di Atlantia e con la partecipazione del ministero dell’Economia. «Non è una proroga al consorzio che si stava costituendo, perché quella strada lì non c’è più», dice Patuanelli, confermando così la difficoltà del governo a trovare una soluzione al dossier Alitalia. Un’azienda commissariata che, in quest’ultima crisi, successiva all’uscita degli emiratini di Etihad, ha già beneficiato di due prestiti ponte (oltre 1,2 miliardi di euro) finanziati con soldi pubblici e sette proroghe alla scadenza per la presentazione di un’offerta vincolante da parte di un possibile compratore. Condizioni che però non sono bastate, creando disorientamento nel governo sul come affrontare il prosieguo della crisi Alitalia. Patuanelli, per esempio, a caldo si dice pronto a tornare all’Iri. «Se serve assolutamente sì. Siamo disposti a farlo in un momento in cui è necessario proteggere le nostre imprese e la produzione industriale del Paese», spiega. Ma a intervenire è anche il suo collega di governo e di partito nel M5S, il viceministro Stefano Buffagni, che constata:«Dobbiamo garantire il servizio, i posti di lavoro, gli asset, ma non possiamo continuare a permettere che sia un buco nero delle casse dello Stato».
Il premier Giuseppe Conte confida che, presto o tardi, un intervento dei tedeschi di Lufthansa concorra a risolvere la vicenda. «Alla scadenza prevista non è stata formalizzata l’offerta vincolante da parte del consorzio. Dunque — osserva il premier — resta la disponibilità di Fs, di Delta, vediamo se si confermerà l’interesse di Lufthansa. Ma è chiaro che in questo momento non abbiamo una soluzione di mercato a portata di mano. Stiamo valutando proprio in queste ore, evidentemente, anche alternative». Un quadro diverso da quello tratteggiato venerdì scorso, quando il presidente del Consiglio aveva assicurato che «il governo si impegnerà perché ci sia una soluzione industriale di mercato». Sul versante sindacale è già scattato l’allarme, con i rappresentanti dei lavoratori che chiedono di non svendere la compagnia, manifestando preoccupazione per l’ipotesi che la gestione dell’emergenza passi nelle mani di un supercommissario. Tra i dossier urgenti resta in primo piano anche la crisi dell’ex Ilva, dopo la vendita ai franco-indiani di ArcelorMittal. Patuanelli ha confermato la possibilità di un intervento pubblico attraverso Invitalia, mentre l’ad di ArcelorMittal, Lucia Morselli, ha assicurato che intanto pagherà i debiti con le imprese dell’indotto. «In pochi giorni siamo riusciti a trovare una soluzione», dice Morselli.