Il Premio Letteratura d’Impresa ha un vincitore. Si tratta di Veronica Galletta, che con “Nina sull’argine” è riuscita ad aggiudicarsi questa edizione del Premio. La scrittrice ha trionfato ottenendo 47 voti dalla Giuria dei Lettori, composta da imprenditori, docenti, rappresentanti delle associazioni di categoria e giovani laureandi. A seguire nelle preferenze sono arrivati i libri di Luigi Garlando, vicinissimo alla prima posizione con 43 voti, Francesco Vena e Emiliano Maria Cappuccitti con 19 voti e Fulvia D’Aloisio con 15 voti.
La Cerimonia di assegnazione del Premio Letteratura d’Impresa 2022 si è tenuta sabato 19 novembre alle 15 nella Sala Alabastro A del Centro Congressi Papa Giovanni XXIII di Bergamo. Il premio, che si pone l’obiettivo di valorizzare quelle opere che raccontano, in modo originale e innovativo, quello che fare impresa significa e significherà per lo sviluppo equilibrato del Paese, ha visto passare al vaglio il quartetto di libri finalisti e dei rispettivi autori: oltre al vincitore “Nina sull’argine” di Veronica Galletta (Minimum Fax), si sono aggiudicati un posto in finale “L’album dei Sogni” di Luigi Garlando (Mondadori), “Cosa vuoi di più dalla vita? Amaro Lucano: Storia di un’Italia dal bicchiere mezzo pieno” di Francesco Vena ed Emiliano Maria Cappuccitti (Rubbettino), e “Partecipare all’impresa globale. Una ricerca antropologica in Automobili Lamborghini” di Fulvia D’Aloisio (Franco Angeli).
Nel corso della cerimonia, condotta da Raffaella Polato, inviato speciale Corriere della Sera, e Giuditta Marvelli, giornalista Corriere della Sera, con i saluti di Giorgio Ferraris, amministratore delegato Fine Foods & Pharmaceuticals Ntm, è intervenuto il presidente della Giuria Antonio Calabrò, presidente di Museimpresa, che ha sottolineato “Il premio vuole provare a raccontare la complessità delle imprese italiane: macchine difficili, conflittuali, contraddittorie. Vogliamo premiare racconti che stanno dietro a questa complessità e la narrano in modo veritiero. Il premio è cresciuto sia per numero di opere che per qualità delle stesse rispetto alla prima edizione e siamo convinti che nel suo piccolo contribuisca a narrare il mondo del lavoro italiano in modo migliore rispetto a come viene dipinto comunemente su media e social media“.