Nel corso degli anni molti studiosi hanno cercato di dare una definizione di startup, tuttavia in pochi sono riusciti a darne una chiara e inequivocabile. Ad esempio, secondo Steve Blank, una startup è “un’organizzazione temporanea in cerca di un business model replicabile e scalabile”, mentre secondo Paul Graham, una startup è una “società concepita per crescere velocemente”.
Al di là della difficoltà nella definizione di queste aziende, è importante sottolineare che le start up solitamente presentano un tasso di rischio molto alto perché tante sono le variabili che potrebbero andare storte, diversi sono gli scenari che potrebbero presentarsi e il tasso di sopravvivenza risulta molto basso. Dall’altro lato, possono portare ad un livello di guadagni estremamente alto nel caso in cui abbiano successo e riescano a perdurare nel tempo, superando la fase dello startup e inserendosi nel mercato non più come neo-aziende, ma come aziende a tutti gli effetti.
Ecco alcuni titoli che vi consigliamo per comprendere in modo più approfondito tutto quello che riguarda questa tematica.
Startupper in azienda. Liberare il potenziale imprenditoriale nascosto nelle organizzazioni – Roberto Battaglia
Le organizzazioni sono piene di persone con capacità imprenditoriali inespresse che non sempre trovano le condizioni adatte per rivelare pienamente il loro potenziale. La conseguenza? Nel migliore dei casi si adattano e fanno diligentemente quanto viene loro ordinato, per evitare di vedersi rallentata la carriera. Nei casi peggiori si rassegnano, demotivate fino alla frustrazione. In alcune situazioni arrivano a lasciare l’azienda. E la cosa singolare è che qualche manager considera queste decisioni opportunità inaspettate (un irrequieto in meno da gestire), piuttosto che occasioni mancate e una perdita secca di capitale intangibile. Insomma, le aziende non rappresentano generalmente il posto ideale per fare lo startupper. La buona notizia è che un numero crescente di organizzazioni (anche fra quelle più tradizionali e regolate) si sta chiedendo come si possano gestire l’energia e l’intraprendenza interna senza ucciderle nella culla. La tesi del libro è che si può diventare imprenditori all’interno di un’organizzazione senza doversi mettere in proprio. Servono due ingredienti: da un lato, aziende disponibili a creare e mettere a disposizione spazi di espressione non momentanei e persone pronte a occuparli con coraggio e impegno; dall’altro, pochi ma chiari meccanismi per gestire tali spazi e una cassetta degli attrezzi per trasformare problemi e sfide in soluzioni concrete.
La duplice alleanza. Aziende e startup insieme per l’innovazione – Marta Basso
Gli incubatori crescono. Gli acceleratori anche. Gli hackaton pure. Dagli Stati Uniti a Israele, dalla Cina alla Gran Bretagna, passando per la Germania e la Scandinavia, i centri per l’innovazione early stage pullulano. Le aziende vogliono il talento innovativo, le startup vogliono il network, i governi vogliono che il loro territorio diventi la nuova Silicon Valley. I ragazzi coltivano il proprio sogno imprenditoriale, come mai prima nella storia, in un cambio generazionale, guidato dall’avvento della tecnologia, che non ha precedenti. È un crocevia tra vecchi modelli e nuove necessità competitive. È la sfida più nascosta del tessuto economico italiano, che sta venendo a galla solo in questi anni: se non risolta, rischia di far perdere di rilevanza alla maggior parte delle aziende e alle competenze delle persone prima che il fenomeno si possa arginare. Questo libro si propone di tracciare un ponte per una collaborazione, diventata necessaria per la sopravvivenza, tra aziende e startup. Con un’analisi dello stato dell’arte, una raccolta di diversi case studies sul territorio italiano e della voce di diversi attori (investor, manager, imprenditori, direttori di incubatori), l’autrice lancia una metodologia operativa per le aziende e uno spunto per abbattere i cliché che a volte rinchiudono le azioni delle startup. Un libro per imprenditori di tutte le dimensioni, manager, founder e per tutto coloro che vogliono dare una svolta culturale ed economica al nostro Paese.
Business plan nella fase di startup. Idea imprenditoriale, modello di business e identità aziendale – Domenico Nicolò
La fase di startup è molto critica: in media il 20-25% delle aziende non supera il primo anno di vita e circa la metà arriva al sesto. Una così precoce mortalità pone in luce, indirettamente, che molte di esse presentano fattori di vulnerabilità già al momento della nascita. In questo scenario il business plan gioca un ruolo di grande importanza nella progettazione di imprese che vogliono durare nel tempo in quanto fornisce informazioni utili per la prevenzione dei difetti genetici. Il manuale affronta questioni metodologiche relative alla nascita e all’evoluzione dell’idea imprenditoriale e propone un modello teorico sull’identità aziendale da assumere come riferimento per la redazione della parte descrittiva del business plan. Questa, infatti, ha lo scopo di illustrare i caratteri identitari dell’azienda in fase di avvio, oltre ai risultati della valutazione della sua fattibilità tecnico-ingegneristica e giuridica, la sua convenienza economica e sostenibilità finanziaria, il suo impatto sociale e ambientale. Il volume, inoltre, esamina il processo di redazione della parte quantitativa del business plan, basato sulla tecnica della segmentazione della gestione aziendale nello «spazio», in centri di responsabilità e processi chiave, e nel «tempo», in esercizi annuali e infrannuali. Due capitoli sono dedicati alle valutazioni preliminari e successive l’avvio di una nuova impresa.
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