L’obiettivo di Arturo Vicari è sempre stato «un grande suono». Con Db Technologies, marchio di punta della sua Aeb Industriale, l’ha raggiunto, tanto che i suoi impianti sono stati adottati anche dal Festival di Sanremo. «Quello che fa la differenza in un concerto, cui assistono decine o centinaia di migliaia di persone, è far arrivare al pubblico l’emozione trasmessa dal cantante – spiega Vicari –. Il suono che arriva attraverso un buon impianto deve far venire la pelle d’oca». Su questo si basa il successo di Aeb Industriale, l’azienda emiliana che negli ultimi sette anni ha quasi raddoppiato il suo fatturato, da 23 milioni di euro nel 2011 ai 43 milioni nel 2018, e quest’anno dovrebbe centrare il traguardo dei 50 milioni.
Per Vicari, 77 anni, è stato un lungo apprendistato, a partire dagli anni Settanta, quando si occupava di distribuzione di strumenti musicali e quasi per hobby ha creato i primi impianti per l’audio professionale e fondato Aeb. «Abbiamo imparato a ottenere un grande suono a forza di prove ed errori, andando sul campo e lavorando con artisti come Mina, Gianni Morandi e Ornella Vanoni», racconta.
Il punto di svolta è arrivato nei primi anni Duemila, quando Aeb si è aggregata con la rivale Rcf e ha cominciato a guardare all’estero. «Unire le due società sotto la stessa holding, che oggi supera i 200 milioni di fatturato, ha avvantaggiato entrambe. Hanno business complementari perché Aeb si occupa di sistemi audio per eventi medi, sulle 50 mila persone, mentre Rcf può raggiungere anche 100-150 mila persone», rileva Vicari. Così le due società insieme coprono tutto il mercato e possono offrire una soluzione adatta a ogni tipo di cliente.
È seguita l’apertura ai mercati esteri e l’ingresso nel capitale del fondo Palladio, che ha portato nel gruppo le competenze per avviare una serie di acquisizioni, a partire dall’americana Eaw e dalla danese Dpa. Ora il gruppo vende all’estero l’85% dei suoi sistemi, in primo luogo negli Stati Uniti e poi in Germania, Francia e Regno Unito. Il prossimo passo sarà la quotazione, che dovrebbe avvenire nel secondo semestre di quest’anno. «Abbiamo deciso di quotarci, malgrado l’incertezza che domina le Borse, perché ci sono molte buone occasioni da cogliere sul mercato e non vorremmo perderle», commenta Vicari. L’obiettivo è spiccare il salto verso un altro livello di crescita importante. L’avventura di Aeb, insomma, comincia adesso.