Che cos’hanno in comune il gioco ‘Nomi, cose, città’ e la fatturazione elettronica? Due universi che normalmente distanti, anzi distantissimi tra loro. Per certi versi quasi antitetici. Il ‘trait d’union’ lo fa Madbit Entertainment Srl, azienda di Bergamo che nel 2011 ha realizzato l’applicazione per cellulare ‘Nomi, cose, città revolution’ e, due anni dopo, uno dei software per la gestione contabile più conosciuto d’Italia: Fatture in Cloud.
Il legame tra questi due mondi non è contingente, bensì consequenziale. Dopo il successo dell’app per mobile nella sua versione italiana e francese, infatti, Daniele Ratti, attuale Ceo di Madbit e che all’epoca aveva 25 anni, racconta di come l’azienda si sia trovata ad affrontare delle difficoltà dal punto di vista della gestione della contabilità. Proprio per questo, nell’estate del 2013 iniziò a lavorare a un software che soddisfacesse in modo automatizzato a questa funzione.
Il passo successivo avviene qualche mese dopo, quando Ratti e il socio Matteo Milesi si rendono conto che la loro esigenza è quella di tutto il mercato. E che il software disegnato in Madbit può colmare quella mancanza. È così che lanciano Fatture in Cloud. Nel 2015 avviene lo step successivo: TeamSystem, gruppo leader in Italia nell’offerta di soluzioni e servizi per la digitalizzazione delle aziende con un fatturato di 260 mln in quell’anno, ne acquisisce il 51%.
E se in due anni di vita Fatture in Cloud aveva convinto 45 mila utenti, nel 2022 sono diventati circa mezzo milione. Un impulso fondamentale è arrivato nel 2019 quando in Italia è diventata obbligatoria la fatturazione elettronica per tutte le aziende. A quell’altezza, spiega Ratti, il prodotto era già consolidato e dunque, grazie a una strategia di marketing, è stato possibile anticipare i competitor, specie quelli nuovi.
Nell’anno in cui Madbit Entertainment è stata acquisita per il 51% da TeamSystem il fatturato della prima si attestava a 364 mila euro. L’accelerazione è arrivata tra il 2019 e il 2020 quando, complice l’entrata in vigore dell’obbligo di fatturazione elettronica nel nostro Paese, Madbit passa da poco meno di 17,5 mln a 41,01 mln, segnando un +134,35% in appena dodici mesi. L’anno successivo i ricavi sono diventati quasi 46,8 mln: ciò equivale, per l’azienda bergamasca, ad aver registrato un tasso composto di crescita annuale nei sei anni del 124,61%. Positivo anche il 2022, con il fatturato salito a quasi 49,7 mln.
Lo stesso impulso è stato trasmesso anche all’Ebitda, che ha visto un balzo dai 9,62 mln del 2019 ai 28,37 mln e, infine, ai 31,96 mln del 2021, cifra che equivale a un +232,31% sul dato pre-pandemico. In termini di margin, si tratta di un passaggio dal 54,95% al 69,18% e poi al 68,29%, con una media nei tre anni del 66,42%. Più risicata la crescita nello scorso anno, con l’Ebitda passato a 32,41 mln.
Tra gli altri risultati dell’esercizio 2021 c’è, oltre a un Ebit che sfiorava i 22,1 mln, un utile di 31,94 mln, pari a più dei due terzi del fatturato. Il patrimonio netto in quell’anno era inoltre di 101,91 mln e l’azienda aveva cassa per 291 mila euro grazie a una Posizione finanziaria netta (Pfn) negativa. Il rapporto tra la Pfn e l’Ebitda medio del triennio 2019-2021 è pari a -0,01.
Stando al rating More di Modefinance, agenzia di rating del gruppo Teamsystem, Madbit Entertainment ha ricevuto lo score AAA, corrispondente al massimo grado di solvibilità per una società. Infine il Roe, l’indice di redditività sul capitale proprio, nel 2021 è stato pari al 31,34%.
Madbit Entertainment è una tra le aziende presentate all’evento dello scorso 31 marzo a Palazzo Mezzanotte di Borsa Italiana a Milano. In questa occasione è stata resa nota la ricerca sulle 1.000 Imprese Champions realizzata dal Centro Studi ItalyPost e L’Economia del Corriere della Sera e poi presentata durante l’anno tramite un tour che vede protagoniste le migliori imprese di Piemonte, Lombardia, Emilia-Romagna, Veneto, Toscana e Marche.