Correvano gli anni Settanta quando la Juventus di Dino Zoff e Gaetano Scirea indossava le tradizionali maglie a strisce bianconere del marchio sportivo Kappa. Sempre in quegli anni in Italia facevano scandalo le campagne pubblicitarie di Jesus Jeans targate Michael Goettsche e Emanuele Pirella, che insieme avevano coniato il poi celebre “Non avrai altro jeans all’infuori di me”.
Che cos’hanno in comune questi due brand oltre alla compresenza in uno stesso mercato? Oggi fanno entrambi parte di Basicnet, il gruppo aziendale di Torino nato per mano di Marco Boglione, l’imprenditore che nel 1994 si è aggiudicato all’asta fallimentare il Maglificio Calzificio Torinese, proprietario dei due marchi. Negli anni il portafoglio del gruppo si è allargato e dal 2004 in poi ha visto l’aggiunta di K-Way, Superga e Briko, per citarne solo qualcuno.
Il modello su cui si fonda l’azienda è semplice: la squadra di programmatori, designer ed esperti di comunicazione non produce nulla, bensì si occupa di sviluppare il valore dei marchi e diffonderne i prodotti nel mondo. Il sistema prevede una rete globale di imprenditori indipendenti e aziende licenziatarie, collegati tra loro e con la capogruppo attraverso Internet, che producono o commercializzano le collezioni disegnate da Basicnet: è questo il ‘network’ cui fa riferimento il nome. Un modello da più parti considerato vincente, ma a dirlo sono soprattutto i dati economici dell’azienda.
Dal punto di vista finanziario, l’andamento economico di Basicnet ha mostrato una crescita significativa, nonostante il rallentamento imposto dalla crisi pandemica del 2020. Nel 2019, infatti, l’azienda registrava un fatturato di 305,7 mln di euro, sceso a 259,7 l’anno seguente e poi risalito a 296,4 mln nel 2021. È stato poi con il 2022, grazie a un fatturato di 386,1 mln (+30,3% sull’esercizio precedente e +26,3% sul 2019), che il gap con il pre-covid è stato non solo colmato, ma anche superato. Dal 2015 (quando il fatturato era di 180,5 mln) al 2021 il tasso composto di crescita annuale è del 8,62%.
Per quanto riguarda l’Ebitda, invece, il confronto con il pre-pandemia si può dire già archiviato nel 2021: nel 2019, infatti, il margine operativo lordo si attestava a 42,5 mln (pari a un Ebitda margin del 13,91%) e, dopo il calo del 2020 a 19,8 mln (7,63%), era risalito a 44,2 mln nel 2021, equivalente al 14,93% del fatturato. Nel triennio l’azienda ha registrato così un Ebitda medio del 12,16% e nei dati resi noti a inizio marzo per l’esercizio 2022 si parla di un margine operativo lordo di 60,9 mln, in aumento del 37,78% rispetto a quello dell’anno precedente.
Nel 2021, il reddito operativo (Ebit) è stato di 31,62 mln e il risultato dell’esercizio si è attestato su un valore di 20,33 mln. Nello stesso anno il patrimonio netto è stato di 133,82 mln, ma l’azienda aveva debiti per 61,74 mln di euro a causa di una Posizione finanziaria netta (Pfn) positiva. Il rapporto tra la Pfn e l’Ebitda medio del triennio 2019-2021 è di 2,46. Le agenzie di rating hanno assegnato al gruppo di Marco Boglione lo score Bbb. Il Roe, l’indice di redditività sul capitale proprio, nel 2021 è stato del 15,19%.
Basicnet è una delle aziende che è stata presentata all’evento di oggi a Palazzo Mezzanotte di Borsa Italiana a Milano. In questa occasione è stata resa nota la ricerca sulle 1.000 Imprese Champions realizzata dal Centro Studi ItalyPost e L’Economia del Corriere della Sera.