“Una scrittura che opera per sottrazione e non per sovrabbondanza, quella di Casagrande, congerie di suoni talvolta aspri e stridenti che, come un lento e multiforme processo di raffreddamento del magma, risale le profondità della terra come un fuso viscoso, cristallizzando figurazioni sedimentate in una memoria al contempo individuale e collettiva e impastando elementi eterogenei: natura, cultura, senso di comunità e interrogazione sulla dimensione dello scorrere del tempo, nella ricerca dolente di una pacificazione di tensioni che confliggono.” (Dall’introduzione di Matteo Vercesi)